«Qui dormirà al caldo e potrà ripartire da zero, se lo vorrà»

Un letto caldo, del cibo e una piccola occupazione. Scoperto la scorsa settimana in un sacco a pelo nei pressi del centro di Bellinzona dopo aver trascorso la notte all’addiaccio, in un periodo in cui le temperature rimangono poco invitanti, il 28.enne senzatetto rumeno ha trovato qualcuno pronto ad aiutarlo. Martedì è stato accolto dalla Comunità Emmaus Ticino, a Rivera. «È una storia che per ora potremmo definire a lieto fine visto che poteva andare molto male, mentre adesso c’è chi si occuperà di lui» spiega Giuseppe Modica, coordinatore dei City Angels. I quali si sono da subito impegnati per una soluzione provvisoria (in hotel e nella loro sede) e poi per individuare una sistemazione più duratura. «Evidentemente non si può imporre nulla a nessuno e in questi casi la prima condizione è la volontà della persona in questione, che ovviamente rimane tutta da verificare - sottolinea - Chi non lo desidera non può essere aiutato».
«Vedremo se gli piacerà»
Lo conferma il direttore della Comunità Emmaus René Leu: «È da noi solo da un paio di giorni, vedremo se questa soluzione gli piace perché vivere in comunità non è una cosa per tutti». Capita spesso di accogliere persone in situazioni simili? «È la prima volta, di solito riceviamo persone che per motivi vari sono rimaste senza un lavoro o hanno esaurito i diritti all’assistenza», risponde ancora il direttore. Emmaus si è detta disponibile ad accogliere il rumeno visto che le strutture preposte in questo periodo sarebbero al completo: «Ci è stato detto che non c’erano altre possibilità e quindi ci siamo messi a disposizione». Ora come si procederà? «Siamo un’associazione umanitaria, senza scopo di lucro e senza aiuti statali - spiega - Ai nostri ospiti offriamo vitto e alloggio e in cambio chiediamo una partecipazione alle attività della comunità in base singole possibilità». Nel caso specifico, trattandosi di una persona con difficoltà di deambulazione (aspetto della vicenda su cui torneremo in seguito) si pensa a mansioni su misura: lavori leggeri all’interno del mercatino, come ad esempio fare ordine e pulire. «Se lo vorrà potrà rimanere per qualche mese e avrà il tempo per ricaricare le pile e iniziare una nuova via», aggiunge René Leu.
Dove il passato non conta
Chi è il protagonista di questa storia? Sappiamo che è nato nel 1993, ha passaporto rumeno, si esprime in tedesco ma pure in italiano, probabilmente per aver trascorso del tempo in Italia o già in Ticino. È in possesso di documenti d’identità: nelle scorse ore è quindi stato notificato alle autorità. Ha affermato di aver vissuto per nove anni a Berlino, e a quanto pare è giunto a Bellinzona proveniente da Oltralpe. Ha girovagato un po’ per la città, facendo l’elemosina. Poi giovedì ha trovato una «sistemazione» per la notte; una normale, fredda e quasi deserta notte bellinzonese. Dove? Come detto, a pochi passi dal centro: si è accampato a lato del ristorante La Lampara, proprio davanti alla vetrina di «Pikappa Medical», forse non a caso un negozio di articoli sanitari in cui si vendono pure sedie a rotelle, il mezzo con cui l’uomo si sposta. In quel punto ha dormito fino a quando è stato ritrovato al mattino, completamente avvolto nel sacco a pelo, apparentemente esamine, ma vivo. Poi la presa a carico e le sue iniziali reticenze a farsi aiutare. Alla Polizia comunale, intervenuta, ha riferito che intendeva prendere un treno per tornare in Romania. Si sa qualcosa in più sul suo percorso? «Non vogliamo e non dobbiamo conoscere il passato delle persone che giungono da noi - risponde il direttore di Emmaus - Partiamo dal principio che qui si riparte, guardando solo al futuro».
Le sentenze su Facebook
Intanto su Facebook è stato pubblicato un video, girato sabato scorso alla stazione di Bellinzona, in cui si vede il 28.enne in piedi davanti alla sua sedia a rotelle mentre si muove senza apparenti difficoltà motorie. Nel commento lo si accusa ironicamente di essere un miracolato. Quasi 8.000 le visualizzazioni e centinaia le reazioni. Tra le sentenze riportiamo quelle di due signore: «I soliti bastardi»; «Questo arriva dai campi nomadi. Mercedes e sedie a rotelle rubati». Tuttavia nessuno (nemmeno Ticinonline che per primo ha parlato della vicenda) ha affermato o preteso che il senzatetto sia completamente privo dell’uso delle gambe. Si serve di una carrozzina ma può reggersi in piedi, insomma. I problemi di deambulazione risultano anche al direttore di Emmaus, il quale precisa comunque di non aver effettuato delle verifiche: «Non siamo un organo di polizia». Polizia che a sua volta non ha elementi in merito alle reali condizioni fisiche dell’uomo. In ogni caso per la Comunità il problema non si pone. «Anche se dovesse fingere, cosa che non ritengo probabile anche se non posso escluderla al 100%, siamo aperti a tutte le persone che non hanno un posto in cui stare, a prescindere da qualsiasi giudizio». Inoltre, aggiunge René Leu, le speculazioni non hanno senso: «Qui non ci sono sfruttatori, perché le persone che ospitiamo non chiedono niente a nessuno, Stato compreso: cercano solo di ripartire ognuna con le proprie forze, riguadagnando dignità e fiducia in loro stesse, tramite il nostro aiuto».
