Rabadan tranquillo? Il costo è un assillo

Tutto è cambiato nel nuovo millennio. All’insegna del motto «Meglio prevenire che guarire» il carnevale Rabadan di Bellinzona (iniziato ieri sera con la tradizionale consegna delle chiavi), vittima del proprio successo, ha dovuto giocoforza rivedere il concetto di sicurezza per far fronte all’affluenza viepiù massiccia dei sudditi nell’effimero regno della capitale. La prima edizione con la più rigida organizzazione, andata in scena nel 2001, fu un successo, e ottenne le lodi dei vari enti di pronto intervento (Polizia comunale e cantonale, Croce Verde e pompieri nonché dell’ospedale San Giovanni). Inevitabilmente, di pari passo, sono cresciuti anche i costi. Se prima del 2000 si aggiravano attorno ai 35.000-40.000 franchi per i sei giorni di folle allegria, negli anni seguenti sono man mano cresciuti sfiorando ormai i 350.000 franchi. Dieci volte tanto in un ventennio. Decuplicati.
Manifestazione «blindata»
Il preludio di come si sarebbe evoluta la manifestazione principale della Turrita (la cui cifra d’affari supera i 2 milioni di franchi) lo si era già avuto nel 1996. Allora prese forma la «Città del carnevale» completamente chiusa al traffico ed accessibile unicamente attraverso l’acquisto del pin’s (poi convertitosi in tessera-pass settimanale o giornaliera/o). L’adeguamento del dispositivo di sicurezza è stato una logica conseguenza ed ha suscitato in più occasioni il malumore (di pochi, a dire il vero) per un evento sempre più «blindato» che ad alcuni ricorda forse più il WEF di Davos che non l’epicentro di un sano e scanzonato divertimento.
Sta di fatto che sono comparsi gli addetti alla sicurezza (oltre un centinaio, oggi, ogni sera) ed il sistema di videosorveglianza (telecamere della Città e quelle appositamente installate dalla società organizzatrice), per monitorare in primis le zone più «calde», gestito direttamente dalla Polizia comunale. E sono state introdotte, infine, le diffide per chi nonostante tutto non sa tenere un comportamento civile. Il divieto d’accesso vale fino al 31 marzo 2020 per una decina di carnevali ticinesi e no.
Il 20% del budget
Dal profilo della sicurezza l’edizione 2000 del Rabadan era costata circa 37.500 franchi. Per quella seguente – la prima, come detto, rivista dal punto di vista delle misure volte a garantire l’incolumità dei partecipanti e la tutela dei beni immobili all’interno del perimetro della città dei bagordi – l’importo era già salito a 127.545 franchi. Da quel momento è stato un continuo e costante crescendo fino ai 332.249 franchi del 2018 (ultimo bilancio consuntivo pubblicato sul sito Internet www.rabadan.ch). Cifre da capogiro per quella che dovrebbe essere una festa, ma inevitabili ormai per una manifestazione che attira migliaia di maschere ogni sera. La sicurezza va a gravare circa nella misura del 20% sul budget complessivo.
Con bus e treno evento sereno
Non sono naturalmente soltanto le spese legate alla sicurezza ad essere esplose in modo esponenziale. Spulciando i conti emerge, ad esempio, la crescita dei costi per il trasporto pubblico. Nei primi anni Duemila si aggiravano sui 1.000-1.500 franchi; sono decollati nel 2008 (oltre 162.000 franchi); per poi stabilizzarsi, in media, dal 2013, attorno ai 320.000-350.000 franchi.
I ricavi derivanti dalla vendita delle tessere hanno subito un’impennata dal 2008. Quell’anno le entrate superarono per la prima volta il milione. Lo stesso capitò, ma per la cifra d’affari, nel 2006. I 2 milioni furono raggiunti per la prima volta nell’edizione del 2013, quella del Rabadan numero 150. Aumento importante pure per i costi riguardanti la pulizia della Città: dai 10.550 franchi del 2003 fino ai 61.364 del 2018. Altalenante, per contro, l’andamento delle spese di comunicazione che si aggirano sui 60.000 franchi.
Tessere come coriandoli
Non di soli costi vive il Rabadan. La principale fonte d’entrata è, come detto, quella riguardante la vendita delle tessere per la «Città del carnevale». Un’impennata la si è avuta dal 2008 quando si superò per la prima volta il milione (1,03 per la precisione). Dall’anno seguente si è registrato un aumento, leggero, pressoché costante ad eccezione del 2015 (poco più di 980.000 franchi a causa del maltempo che guastò i bagordi cittadini). Nel 2018 i ricavi per questa voce sono stati pari a 1,32 milioni (+4%).
