Stupefacenti

Radiografia dello spaccio: «Si trova droga ovunque»

Marijuana e cocaina le più vendute a Lugano, ma l’eroina è ancora presente - Quasi sparite ecstasy e LSD – Il rischio ora arriva anche dal dark web, dove si può acquistare di tutto - Ne abbiamo parlato con il commissario capo Paolo Lopa
Stefano Lippmann
02.10.2021 06:00

Marijuana, cocaina ed eroina. Sono le tre sostanze stupefacenti che maggiormente si trovano sul mercato della droga di Lugano, così come del Ticino. C’è l’attività di spaccio, che rispetto a qualche decennio fa è mutata (ed è mutevole) e c’è chi, ogni giorno, scende in campo per cercare di liberare strade, appartamenti ed esercizi pubblici dalle droghe. Sono gli uomini e le donne della SAD, la Sezione antidroga della Polizia cantonale, che ha la sua sede principale in Città e delle antenne a Chiasso, Bellinzona e Locarno. Una ventina gli agenti (ai quali danno man forte anche una decina di poliziotti delle varie Comunali) che operano sul territorio. La metà di questi è concentrata su Lugano e il Luganese, piazza più «calda» nel contrasto agli stupefacenti. Alla testa della SAD, dallo scorso anno, c’è il commissario capo Paolo Lopa. Persona che nell’antidroga lavora da 12 anni e che, quindi, può aiutarci a fare la radiografia di un fenomeno che, giocoforza, balza agli onori della cronaca tutte le settimane, vuoi per un’operazione di polizia, vuoi per un’inchiesta del Ministero pubblico che approda in un’aula di tribunale. Verrebbe da dire che il lavoro, in quest’ambito, a Lugano come nel resto del Cantone, non manca mai... «Come penso in tutte le città del mondo – esordisce Lopa –. La sostanza stupefacente penso sia una delle cose più democratiche che ci sia: purtroppo la troviamo dappertutto». E la Città, in questo senso, non è da meno: «Lugano ha probabilmente i divertimenti maggiori legati alla vita notturna e questo è possibile che porti poi a un maggiore consumo». Ciò nonostante, si può dire che «l’attività di polizia sia piuttosto stabile. Ci sono delle fluttuazioni: è possibile che un anno sviluppiamo un’inchiesta che porta a un certo numero di arresti e l’anno dopo ne facciamo meno. Magari perché l’attività d’indagine è più lunga e laboriosa». E durante la pandemia, con gli spostamenti limitati e le frontiere più sorvegliate? «Stando alle nostre risultanze non c’è mai stata carenza di stupefacenti. Da un lato, probabilmente, sul territorio si è dato fondo alle scorte. Dall’altro è ipotizzabile che le droghe possano essere arrivate attraverso il traffico commerciale (ad esempio i Tir)».

I pusher virtuali

Ma quali sono, chiediamo, gli stupefacenti più presenti sul mercato? «La sostanza maggiormente consumata – sgombra il campo da dubbi il commissario capo – rimane la marijuana. È di facile coltivazione e di facile reperibilità: chiunque, seppur illegalmente, se la può coltivare, a differenza di altre sostanze per le quali sono richieste competenze, ad esempio, in chimica». Poi seguono cocaina ed eroina. «L’eroina si pensava che fosse caduta un po’ in disuso, o meglio si pensava che fosse caduto in disuso il ‘buco’, l’iniezione. In realtà, però, è ancora presente». Sulla piazza ci sono comunque anche altre sostanze illecite. Grazie ai nuovi canali sviluppatisi soprattutto con il lato nero del web, alle nostre latitudini si trova anche altro.

«Dal nostro punto di vista sono sostanze meno comuni e hanno un mercato inferiore». Però, non nasconde Lopa, «attraverso i siti internet e il dark web sono di facile reperibilità, anche alle nostre latitudini». E nei meandri dell’etere «non è sempre possibile arrivarci e l’attività d’indagine assume altre dinamiche». Nel dark web «sono soprattutto i giovani a muoversi, ordinano queste sostanze che - sottolinea - sono particolarmente pericolose». C’è inoltre un altro aspetto da evidenziare: «Esiste una lista a livello nazionale che elenca le sostanze proibite. È costantemente aggiornata perché è sufficiente modificare una molecola e la sostanza per quel breve lasso di tempo, diventa tecnicamente legale».

S’è detto della canapa, della polvere bianca e dell’eroina. In città, a differenza di altre realtà, non si nominano più sostanze quali l’ecstasy o LSD. «Vero - risponde Lopa -, da noi sono meno presenti. A mio avviso, oserei dire, è una questione di ‘cultura’. Ci sono paesi del Nord Europa dove, invece, addirittura ci sono laboratori che le sintetizzano». E le metanfetamine, che soprattutto all’Est sono molto in voga? «Da noi i sequestri sono minimi. Non abbiamo mai avuto inchieste di una certa importanza concernenti questa sostanza. Questo non vuol dire che non venga consumata. Però, ipotizzo, probabilmente si ha un po’ più paura a consumarle».

Il rispetto del codice

Altro aspetto di non poca importanza sono i vincoli che la legge impone. «Operiamo nel rispetto del codice di procedura, la legge sulla polizia. Il delinquente questo non lo deve fare. È avvantaggiato? Sì, ma noi ci arriviamo ugualmente. Poi, ci mancherebbe, un’inchiesta può avere le sue difficoltà: il diritto dell’imputato a non collaborare, per fare un esempio». Ma non solo: «È laborioso salire la china. Spesso chi è a capo di questi traffici risiede all’estero. È difficile arrivare a loro perché la collaborazione con le altre nazioni non è sempre evidente».

Dalla strada all’appartamento

Anche Lugano, va da sé, ha le sue zone più sensibili. «In passato era spesso citata la zona di Besso quale luogo di spaccio. Ed era così», ammette. Oggi, in generale, le maggiori attività di questo tipo «le riscontriamo in periferia. Lo spaccio di strada, a differenza di altri Cantoni, da noi è molto diminuito. Ora il grosso avviene negli appartamenti privati. Lo spacciatore spesso beneficia dell’ospitalità del tossicodipendente in cambio di qualche dose o di un compenso per l’affitto. Da lì, poi, avvia la sua attività di vendita». E poi c’è il parco Ciani... «Sappiamo che c’è un angolo frequentato da tossicodipendenti, da consumatori. Eseguiamo puntualmente dei controlli, che sono più preventivi che repressivi. Comunque – annota – sono persone che teniamo sotto osservazione ma, allo stesso tempo, non causano problemi di ordine pubblico».

Il listino prezzi: Polvere bianca pura all’80% a 50 franchi

Ma quanto costa, sulla piazza luganese, un grammo di sostanza stupefacente? Rispetto al passato bisogna sapere che il prezzo, in generale, si è abbassato. Al contrario, la qualità è aumentata notevolmente: il commissario capo Paolo Lopa ci spiega che a volte viene sequestrata cocaina pura all’80% (che può ancora essere «tagliata»).

È la legge del mercato: «c’è tanta droga e quindi si tende a mettere sul mercato un prodotto il più buono possibile, anche al fine di fidelizzare il cliente». E, in base alle normali leggi della concorrenza, il prezzo si è abbassato sensibilmente. A tal punto che all’acquisto di 5 grammi di cocaina si potrebbe arrivare a un prezzo di 50 franchi al grammo. «Questi – premette Lopa – sono dati che rileviamo dalla nostra attività d’indagine». L’eroina, invece, «va dai 30 ai 50 franchi al grammo». Poi c’è la marijuana che viene venduta tra i 10 e i 12 franchi il grammo.

«Sono prezzi più o meno stabili da diverso tempo – annota il commissario capo – che si presentano anche a livello svizzero.