Raffaele De Rosa: «Le black list sono un limite per il sistema sanitario»

Cambio di rotta del Ticino sulle black list dei morosi dei premi di cassa malati. Come riferito la scorsa settimana, nel rispondere a una consultazione federale il Consiglio di Stato si è detto pronto ad allinearsi a quanto proposto dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità degli Stati (CSSS-S). Commissione che, in estrema sintesi, propone di abrogare il capoverso della Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal) secondo cui chi non paga i premi dell’assicurazione malattia deve finire su una lista nera e, di conseguenza, verrà curato solo in caso di emergenza. Ne abbiamo parlato con il direttore del Dipartimento della sanità e socialità Raffaele De Rosa.
Nella risposta alla consultazione il Governo ha cambiato rotta rispetto agli scorsi anni e ha deciso di sostenere l’abrogazione delle black list. Per quale motivo è stata presa questa decisione? Quali sono le criticità principali che sono state riscontrate in relazione a questo strumento?
«L’emergenza da COVID-19 ha indotto le autorità federali e cantonali a prendere molte decisioni nell’ambito del sistema di gestione della politica sanitaria. Tra queste, vi è anche la questione della lista di assicurati inadempienti (la cosiddetta black list) implementata dal 2012 con l’esplicito scopo di contenere e ridurre i costi generati dall’insolvenza degli assicurati. L’obiettivo era di convincere i morosi LAMal a pagare i premi pendenti. Personalmente ritengo che queste liste rappresentano un limite per il sistema sanitario e per la salute pubblica. A distanza di anni l’efficacia e i risultati dal profilo economico e sanitario restano inoltre dubbi. Ricordo che tra gli obiettivi della LAMal vi è la garanzia di cure mediche di qualità a tutti. E il diritto alle cure sanitarie è previsto dalla Costituzione federale. Come anche recentemente affermato dall’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche, la sospensione delle prestazioni e le liste nere sono incompatibili con i principi etici della solidarietà e dell’equità. Inoltre, il concetto di “medicina d’urgenza” cambia da un Cantone all’altro, provocando disparità di trattamento che rappresentano una vera ingiustizia. Il Consiglio federale, tramite l’Ufficio federale di sanità pubblica, considerando l’urgenza sanitaria in atto, ha raccomandato la sospensione delle liste nere quale misura di salute pubblica. Il Consiglio di Stato, che si era già chinato sulla questione valutando l’opportunità o meno del mantenimento della black list all’inizio dell’emergenza del Coronavirus, dallo scorso 2 aprile ha decretato la sospensione di questa procedura ripristinando l’accesso alle cure medico sanitarie agli assicurati morosi. Questo provvedimento temporaneo, tutt’ora in atto, ha fatto sì che le cure necessarie siano prestate a tutti, scongiurando di fatto ripercussioni in termini di salute pubblica. Inoltre, così facendo, in questi mesi si è anche evitato il rischio di mettere a repentaglio le cure di base per le fasce economicamente più fragili».
Questa decisione non rischia di «incentivare» il mancato pagamento dei premi?
«Questo rischio non può essere escluso a priori, per questo abbiamo monitorato l’esperienza portata avanti dai Cantoni senza una lista di morosi sospesi. Non dobbiamo dimenticare che in caso di mancato pagamento subentra la Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento. Se un assicurato non paga i suoi premi per la LAMal, al termine della procedura di esecuzione viene rilasciato un attestato di carenza beni. Inoltre, qualora non ci fosse opposizione o il precetto fosse confermato, l’ufficio competente può ordinare il pignoramento dei beni e dei redditi al fine di rimborsare il creditore (in questo caso l’assicurazione malattia). In seguito alle verifiche del caso, qualora i premi non fossero stati debitamente pagati, l’ufficio può trattenere anche quanto necessario per il pagamento dei premi di cassa malati».
Il Governo saluta favorevolmente anche la non perseguibilità dei minorenni. Si tratta di un modo per non «marchiarli» prima dell’entrata nel mondo del lavoro?
«È ingiusto che i minorenni, al momento del passaggio alla maggiore età, siano caricati dei debiti pregressi per i premi non pagati dai genitori. In questo senso, come Canton Ticino ci siamo attivati già nel 2019, presso la Conferenza latina degli affari sanitari e sociali (CLASS) per correggere questa situazione. Nella discussione con i colleghi abbiamo anche segnalato l’importanza di gestire questa transizione che potrebbe rivelarsi molto delicata e problematica. Il Consiglio federale si è detto disposto a sottoporre al Parlamento un disegno di modifica della LAMal che obblighi i genitori ad essere i debitori dei premi pregressi non versati, anche quando decade l’obbligo di mantenimento, affinché i figli che hanno raggiunto la maggiore età non debbano essere morosi per il mancato pagamento di premi dovuti quand’erano minorenni. Questa procedura può evitare l’indebitamento di quei giovani che una volta divenuti maggiorenni sono obbligati a coprire i costi derivati dal mancato pagamento dei premi da parte dei genitori. Si tratta di non creare lo stigma del giovane già indebitato (che non ha colpa), che compromette così la sua situazione finanziaria e sociale prima ancora di essere adulto».