La svolta

Rapinavano stazioni di servizio nel Mendrisiotto, arrestati in Italia

Sei le persone finite in manette, tutte residenti nella Penisola: si tratta di cittadini di origine nordafricana e sudamericana – Rischiano fino a 15 anni in Svizzera
Red. Online
12.10.2025 11:36

La Polizia di Stato di Piacenza ha sgominato una banda protagonista di rapine a mano armata ai danni di stazioni di servizio del Mendrisiotto. Sei le persone arrestate, tutte residenti in Italia: si tratta di cittadini di origine nordafricana e sudamericana. Sui sei, scrive la Polizia di Stato, pendevano mandati di arresto internazionale, emessi dalle autorità elvetiche.

La banda viaggiava in auto dal nord Italia in direzione della Svizzera, poi, poco prima della frontiera, modificava le targhe dei veicoli per evitare l'identificazione. A quel punto, si divideva in gruppi per compiere le rapine. 

Fingendosi clienti, i criminali entravano nelle stazioni di servizio – «principalmente collocate nella zona di Balerna» scrive sempre la Polizia di Stato – e minacciavano i dipendenti con una pistola, a volte arrivando ad aggredirli fisicamente. A quel punto, si impossessavano dei soldi della cassa e si davano alla fuga. In seguito, tornati in Italia, ripristinavano le targhe originali delle vetture e si spartivano il bottino, complessivamente nell'ordine di decine di migliaia di franchi.

I sei sono stati localizzati e arrestati nella provincia emiliana di Piacenza e in quella lombarda di Monza e della Brianza. Le ricerche, viene precisato, sono state complesse in quanto alcuni ricercati erano senza fissa dimora, il che ha reso necessario numerosi servizi di osservazione e pedinamento prima di individuarli. L'identificazione del commando, ribadisce la Polizia italiana, è stata possibile grazie ai colleghi svizzeri. Di qui l'emissione dei mandati d'arresto internazionali. «Il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza» ha attivato le ricerche in campo italiano, «verificando che i sei soggetti potevano essere localizzati in Italia nelle province di Piacenza e di Monza e, conseguentemente, attivando le rispettive Squadre Mobili per la cattura».

Alcuni componenti della banda erano completamente incensurati in Italia: non avevano mai destato l'attenzione delle forze dell'ordine e anzi vivevano una vita apparentemente normale e con un lavoro regolare. I membri dell'associazione criminale si trovano ora in carcere, in attesa della procedura di estradizione. Per i reati commessi, rischiano fino a 15 anni di reclusione in Svizzera.