Ravi: risarcimento a cinque zeri

LUGANO - «È stata finalmente chiarita l'estraneità di Yasar Ravi in questa vicenda. All'epoca era granconsigliere e venne coinvolto, anche inevitabilmente da parte dei mass media, con una durezza che avrebbe travolto altre persone. Ma lui ha resistito e ne esce a testa alta». È così che l'avvocato Luigi Mattei, patrocinatore di Ravi, ha commentato la sentenza pronunciata negli scorsi giorni dal giudice Mauro Ermani sul caso della controversa compravendita di Villa Violetta. Una sentenza che, per il suo assistito, prevede un'assoluzione piena e un risarcimento da 127.000 franchi. Assoluzione piena anche per un altro imputato, un notaio, che dallo Stato riceverà 204.000 franchi. I fatti portati in aula dal procuratore pubblico Arturo Garzoni risalivano al 2005. Al centro della vicenda c'era la vendita di una lussuosa villa a Castagnola da parte di due coniugi alle prese con un divorzio. Per l'accusa la moglie aveva fatto allestire un contratto per la villa e uno per il mobilio per ridurre il guadagno dichiarato. Al marito sarebbe così stata destinata una parte di denaro inferiore al dovuto. Il caso era approdato in aula una prima volta nel 2011. Alla sbarra erano finiti – con l'accusa di falsità in atti formati da pubblici ufficiali, istigazione e complicità al medesimo reato, falsità in documenti, frode fiscale, complicità in amministrazione infedele e conseguimento fraudolento di falsa attestazione – Yasar Ravi (che di professione è avvocato), l'ex proprietaria, un fiduciario e l'acquirente (un petroliere britannico). L'allora giudice Claudio Zali impose però al Ministero pubblico un supplemento d'indagine e nel 2013 il PP Garzoni riaprì l'inchiesta, che venne estesa a un quinto imputato (un notaio).
«Sono soddisfatto – ha sottolineato l'avvocato Mattei – per l'esito del procedimento. Sono sempre stato convinto dell'innocenza di Ravi. Mi spiace per il dolore e la fatica che ha dovuto subire in una vicenda che è durata troppo a lungo». I legali degli imputati condannati (ma anche il procuratore pubblico Garzoni) restano in attesa delle motivazioni della sentenza e non escludono la possibilità di ricorrere in appello.