Ambiente costruito

Recuperare, non buttare: mantra per il futuro

Due appuntamenti nel nostro cantone tornano a spostare l’accento sul tema della sostenibilità - In ambito urbanistico, uno degli «obiettivi» dell’ONU è proprio di «rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili»: come?
© CdT/Chiara Zocchetti
Paolo Galli
07.09.2023 21:00

La giornata della sostenibilità. In Ticino cadrà proprio questo sabato. Già, sostenibilità: è uno dei termini ormai più utilizzati. In questo caso, al Greenday di Bellinzona, si proverà a fare chiarezza attraverso esempi concreti. Il fil rouge, quest’anno, sembra essere quello dell’attenzione agli sprechi. Si parlerà allora di riuso e riciclo, del rapporto - in definitiva - tra produzione, consumo e ambiente. Un rapporto che riguarda vari ambiti, anche quello delle costruzioni, dell’edilizia, dell’urbanistica. Delle città in cui viviamo, delle nostre case, quindi delle nostre abitudini.

«Mettere paletti»

Federica Corso Talento, progettista e urbanista, è presidente dell’ASIAT, l’associazione degli studi di architettura e ingegneria ticinesi. Spiega che il concetto di sostenibilità è onnipresente, nella progettazione immobiliare. E, dice, «si può sintetizzare con l’impegno di lasciare alle generazioni future un qualcosa senza intaccarlo. In realtà è un’utopia. Tuttavia sappiamo che questo settore è responsabile del 40% del consumo energetico, e in particolare del 36% delle emissioni di gas serra. Quindi siamo un comparto energivoro e dobbiamo porvi rimedio. Se guardiamo al passato, ci accorgiamo come un tempo si lavorasse meglio di oggi, e si riuscisse a costruire con un savoir faire molto più sottile. Lo testimoniano i nuclei storici, che non hanno intaccato nulla e ci hanno lasciato un patrimonio in equilibrio rispetto al contesto in cui sono inseriti e alla natura». Tutto poi è precipitato con l’avvio della grande rivoluzione industriale. E ora? «Mettere paletti non è solo utile, ma necessario, anche se qualcuno grida all’eresia». Il riferimento di Federica Corso Talento è alle polemiche attorno alla decisione del Parlamento europeo circa la Energy Performance of Building Directory, che sancisce l’agenda per la riqualificazione energetica delle varie categorie di edifici privati e pubblici. «Ma si tratta di una linea guida importante, in sintonia con gli impegni per il cambiamento climatico».

«L’esempio del passato»

A Felix Günther, responsabile del Settore pianificazione urbanistica della SUPSI, chiediamo a che punto siamo, in Ticino. Risposta: «A livello di regole, siamo aggiornati. Vedo però qualche ritardo nell’applicazione di queste regole. Chiaro, una volta definite le regole a livello federale, ormai un decennio fa, occorre del tempo per tradurle, nei vari cantoni, in pratica corrente. Diciamo che il Ticino, di suo, negli ultimi decenni non si poteva ritenere davvero all’avanguardia, rispetto a queste tematiche. Ma in Svizzera ci sono buoni esempi da seguire, e sono convinto che anche nel nostro cantone si faranno grandi passi avanti per arrivarci». Qualcosa comunque sta cambiando, a livello di mentalità. «Lo si vede anche in SUPSI, in ambito formativo», spiega il professore. «Oggi si prende sempre più sul serio, questa tematica. Fino a qualche anno fa, non se ne parlava granché. Certo, se pensiamo a Zurigo, lì il passo è diverso, e l’intenzione è di limitare le demolizioni e di ristrutturare e allargare l’esistente dove possibile. In Ticino non ci siamo ancora. Ma ci arriveremo. Le associazioni professionali ci stanno lavorando». Con Felix Günther affrontiamo il tema delle cosiddette R-Strategies: riuso, riciclo, recupero, risparmio... E lui ricorda: «Ma nella tradizione questo è sempre esistito!». Già. «Se guardiamo i nostri nuclei, be’, troviamo già diversi di questi elementi, che però sono effettivamente andati perduti». Occorre un ritorno al passato? «Non allo stile di vita del passato, questo no, ma ai metodi del passato sì, valorizzando ciò che offre il territorio, ciò che già esiste». Nello stile di vita non possiamo tornare indietro, anche perché la popolazione continua a crescere: presto saremo in 9 milioni, poi in 10 entro un paio di decenni. La maggior parte di noi, vivrà nelle aree urbane. «La programmazione è pronta, ma dovremo tenere d’occhio la sua applicazione nelle diverse aree, nei vari quartieri e nelle singole strade. Ci vorrà un approccio nuovo, e qualche abitudine andrà cambiata, in particolare in termini di mobilità: modalità di movimento più innovative, più collettive».

«Lugano fa il possibile»

Da sempre «attenta alla cultura della costruzione e alla sostenibilità ambientale e sociale», Cristina Zanini Barzaghi segue il tema anche professionalmente. E su Lugano osserva: «La prima cosa che stiamo cercando di fare è di mantenere o recuperare edifici esistenti, cambiandone semmai la destinazione. Basti pensare a tutte le ex case comunali nei quartieri rivalutate quali case SPIN (SPazi INsieme), alla Masseria di Cornaredo o all’Ideatorio a Cadro. Poi non sempre ciò è possibile. Per lo stadio, questo ragionamento non funzionava. Ma anche lì abbiamo sensibilizzato il realizzatore HRS nel recuperare i materiali da demolizione. Certo, l’azione più sostenibile è non demolire, ma quando non si riesce ad evitarlo, si deve fare capo alle altre “R” cioè riciclare il più possibile». La municipale di Lugano cita l’esempio virtuoso delle Case del ’48, in via Trevano, ristrutturate e non abbattute. «Bisogna porsi qualche vincolo anche sulle nuove costruzioni, sia pubbliche che private. Lugano fa già molto a livello di scelta di materiali innovativi e riciclabili: usiamo spesso il legno, tanto per cominciare, più facile da smaltire alla fine del ciclo di vita. In questo senso, sarebbe interessante proporre un supporto sul tema, per aiutare i privati ad applicare questi principi. Il tema RRR sarà certamente da inserire nelle misure che scaturiranno dal piano direttore comunale». Riassumendo: Lugano sta vivendo una fase di transizione, sia a livello di mentalità che nella pratica di tutti i giorni. «Zurigo e Basilea, per dire due città svizzere, sono molto avanti su questo tema, da anni parte della loro agenda politica, mentre in Ticino siamo agli albori di una nuova era». Molto spesso dipende dai committenti, che - osserva infine Zanini Barzaghi - stentano a comprendere l’opportunità non solo ecologica, ma anche economica. «Spesso le ditte, di loro, quando demoliscono, recuperano tutto il possibile e poi lo offrono sul mercato», senza sbandierarlo come una nuova filosofia. Ma dovrebbe esserlo.

Due appuntamenti sul tema

Sabato a Bellinzona - Il Greenday 2023 si terrà sabato, tra le 9.30 e le 20.30, a Bellinzona. Una giornata organizzata dalla Società ticinese di scienze naturali per approfondire il tema della sostenibilità e della conservazione della natura. Presenti varie postazioni con attività interattive e musica dal vivo. Tra le 10 e le 12, e tra le 13 e le 15, presente anche l’ACSI con il suo Caffè Riparazione. Previsti due spettacoli teatrali e i concerti di DimeBlend e Vasco Jam.

Lunedì a Mendrisio - Sul tema della sostenibilità in ambito edile e urbanistico, lunedì alle 20 al liceo di Mendrisio si terré la serata dal titolo «SPOLIA, recupero e reimpiego di elementi costruttivi nella Svizzera italiana. Prevista una tavola rotonda con vari interlocutori: Fabio Gandolfi, Carlo Gambato, Cristina Zanini Barzaghi e Dario Biscaro. Tale appuntamento rientra nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio. Per iscrizioni, entro questa sera: [email protected].