Resa dei conti alla Clinica Santa Chiara

«Hanno abusato delle loro funzioni come amministratori, prima e dopo l’acquisto della maggioranza di azioni della Clinica Santa Chiara e della Fobe holding da parte della Clinica Luganese Moncucco. Per questo sono stati «messi alla porta» ed esclusi con effetto immediato dalla convenzione». Mauro Dell’Ambrogio, presidente della Fope, holding azionaria che insieme alla Moncucco ha acquisito nel maggio scorso il controllo dalla maggioranza dell’istituto di cura locarnese, commenta così la disdetta della convenzione che regola il rapporto di prestazione con la dottoressa Daniela Soldati, direttrice sino alla primavera scorsa della clinica, nonché dei colleghi Maurizio Caporali e Adrian Sury. Tre disdette immediate che, come ha anticipato il portale TIO, sono state comunicate lunedì scorso sia ai diretti interessati che al personale. Il quarto escluso, il dottor Philippe Meyer, già presidente del CdA della Santa Chiara, ha ricevuto la disdetta del suo contratto di accredito medico a partire dalla fine del 2021.
Cessione travagliata
Il «dossier» sulla cessione della Clinica Santa Chiara si arricchisce dunque di un nuovo capitolo, quello della resa dei conti tra ex e nuovi amministratori. Ricordiamo che la miccia si accese all’indomani dell’assemblea del 14 maggio 2021 durante la quale la maggioranza dei medici azionisti della clinica, in parte diretti o rappresentati dalla Fope Holding, decise di vendere le proprie quote alla Clinica Moncucco, accettando l’offerta di 4 milioni di franchi. Una minoranza dei medici azionisti della Fope, tra i quali Donati, Meyer, Caporali e Sury, impugnò la cessione davanti al pretore di Lugano e coinvolgendo nella trattativa il gruppo Swiss Medical Network disposto ad investire 10 milioni, dunque più del doppio di Moncucco, per l’acquisto della Santa Chiara.
Lotta intestina
«La questione si può sintetizzare in questo modo - precisa ancora Dell’Ambrogio -: la minoranza dei medici azionisti della Santa Chiara non ha accettato che la maggioranza cedesse le sue quote alla Moncucco. Gruppo luganese che aveva presentato un progetto di rilancio della Santa Chiara credibile e che andava oltre il mero aspetto finanziario del valore delle azioni. Aggiungo un elemento che può dare una visione «realistica» delle motivazioni che stanno alla base dell’opposizione dei quattro medici ai quali non è stata rinnovata la convenzione. In giugno, quando la situazione debitoria della clinica locarnese era drammatica e non si riuscivano a pagare gli stipendi, Swiss Medical, dunque l’azionista di minoranza dietro al quale si celavano gli ex amministratori, garantì il prestito bancario di 1,5 milioni per far fronte agli impegni sia con i fornitori e soprattutto con il personale. Ebbene, proprio in quei giorni gli ex amministratori presentarono una nota d’onorario di 200 mila franchi. Fu più chiaro ciò che gli interessava veramente», sottolinea l’avvocato.
Occupazione salva
Intanto l’operatività dell’istituto di cura in via Stefano Franscini, dopo il 23 luglio scorso, quando l’assemblea degli azionisti ratificò il CdA espresso dalla maggioranza delle quote in mano alla Moncucco e alla Fope Holding, sta tornando a pieno regime, come ha confermato in un’intervista al settimanale «La Domenica» Christian Camponovo, amministratore delegato della Santa Chiara e direttore della Clinica Luganese. È stato iniettato denaro fresco e ottenute garanzie bancarie per circa due milioni di franchi e dal punto di vista occupazionale, ha sempre evidenziato Camponovo, non ci saranno sostanziali licenziamenti e anzi si sta già assumendo nuovo personale. Entro la fine dell’anno sarà inoltre potenziato il Pronto Soccorso a Locarno, con l’assunzione di altri quattro o cinque medici specialisti, per uniformare le emergenze trattate sulle rive del Verbano a quelle della clinica luganese. «Le questioni giudiziarie seguiranno il loro corso, ciò che a noi interessa, come dichiarato fin dall’inizio di questa operazione, è sviluppare delle sinergie tra Moncucco e Santa Chiara, risanare e rilanciare quest’ultima per consolidarla nel panorama dell’offerta sanitaria privata in tutto il Locarnese».