Restano stabili i padroncini, aumentano i lavoratori distaccati

La concorrenza di padroncini e lavoratori distaccati fa un po’ meno paura. Le cifre pubblicate dall’Ufficio cantonale di statistica raccontano infatti di una sostanziale stabilità per quanto riguarda la prima categoria, e di un leggero aumento per la seconda. Nel dettaglio, nel 2023 i lavoratori indipendenti (i cosiddetti padroncini) sono stati 2.351 (-11 rispetto al 2022), mentre i distaccati sono stati 7.475 (+726). Un segno più, per quest’ultima categoria, che non si vedeva dallo scoppio della pandemia, nel 2020. Nei tre anni successivi, infatti, i lavoratori distaccati sono via via diminuiti, passando dagli 8.456 del 2019 ai 6.749 del 2022. «L’aumento dello scorso anno viene confermato anche dai nostri dati», rileva Renzo Ambrosetti, presidente dell’Associazione interprofessionale di controllo (AIC), che raggruppa 22 rami professionali dell’edilizia e dell’artigianato. «Le notifiche - prosegue - sono salite da 8.600 a 9.300, mentre le ditte notificate sono cresciute da 1.560 a 1.790». Numeri in crescita, dunque, «ma non tali da far pensare a una marcata inversione di tendenza, quanto piuttosto a un assestamento verso l’alto». Insomma, secondo Ambrosetti «non siamo di fronte a una ripresa sfrenata del fenomeno che tanto ci ha preoccupato in passato». La ragione, gli fa eco Nicola Bagnovini, direttore degli impresari costruttori (SSIC-Ticino), sta nel fatto che «per gli artigiani e le imprese italiane è aumentato il lavoro in Italia. Di conseguenza, guardano con interesse un po’ minore al nostro mercato». A giocare un ruolo importante, aggiunge, «sono stati gli incentivi concessi nella Penisola per il risanamento energetico delle abitazioni: se la presenza di padroncini in Ticino, nel 2023, è leggermente diminuita rispetto al 2022, per i lavoratori distaccati è stato per contro registrato un significativo aumento». Non a caso, se per i padroncini sono diminuiti anche i giorni di lavoro, passati da 51.496 a 48.051, quelli dei distaccati sono cresciuti da 77.363 a 89.264.
I controlli
Elevati anche i dati sui controlli effettuati. «Lo scorso anno abbiamo fatto verifiche sul 90% delle notifiche arrivate», rileva Ambrosetti. «Controlli a tappeto che permettono di combattere la concorrenza sleale», evidenzia anche Bagnovini: «Chi arriva qui per lavorare sa che deve rispettare le nostre regole e questo è un buon deterrente per contenere il fenomeno». L’appello è quindi di non abbassare la guardia: «I controlli non devono essere allentati, altrimenti i furbetti sarebbero oltremodo incentivati a venire qui». Anche perché nel corso del 2023 sono aumentati i casi di mancata notifica: «Le infrazioni - dice Ambrosetti - sono cresciute da 130 a 165, soprattutto nel settore della falegnameria (che comprende anche chi si reca in Ticino per montare mobili, ndr) e in quello delle metalcostruzioni. Numeri che dimostrano quanto sia importante la sorveglianza sul territorio per evitare possibili abusi».
Lavoro interinale
Da segnalare, infine, anche il calo delle assunzioni d’impiego presso un datore di lavoro svizzero, ossia delle persone assunte da ditte o agenzie di collocamento interinali per un breve tempo, 90 giorni al massimo. Il loro numero è raddoppiato negli ultimi dieci anni, passando da 8 mila a oltre 16 mila. Nel 2023, tuttavia, il calo è stato del 4,6% (da 16.222 a 15.481). Un fenomeno – dice Ambrosetti – indicativo di una crescente precarizzazione del mondo del lavoro: «Potremmo essere di fronte a una stabilizzazione, ma si tratta comunque di un dato elevato, che dovrà essere monitorato nei prossimi mesi»