Mendrisiotto

Richiesta extra per Valera: «Vogliamo un’area pic-nic»

Svelati dettagli del rapporto che porta la riqualificazione in termini naturalistici del comparto sui banchi del Gran Consiglio – La Commissione parlamentare sposa la linea del Governo ma chiede due modifiche puntuali, tra cui di prevedere la formazione di una zona per mangiare
La riqualificazione di Valera permetterà di «ricucire un paesaggio oggi frammentato». © Ti-Press/Davide Agosta
Lidia Travaini
08.09.2022 06:00

«Il nullaosta del Consiglio di Stato al Piano di utilizzazione cantonale del comparto di Valera rappresenta un importante traguardo non soltanto per i cittadini del Mendrisiotto, ma per tutti i ticinesi». Inizia così il rapporto firmato nei giorni scorsi dalla Commissione ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio, rapporto che ha messo fine a una lunga fase di analisi del messaggio che pone le basi per la riqualificazione del comparto momò per mezzo di un Piano di utilizzazione cantonale (PUC). «L’obiettivo è altrettanto palese: riqualificare Valera con contenuti che possano essere condivisi da gran parte della popolazione», si precisa nella premessa. E recuperando anche circa 8 ettari di terreni agricoli per la produzione alimentare.

Qualche perplessità

La firma del rapporto risale a qualche giorno fa. Il testo nella sua integralità è tuttavia stato pubblicato solo nelle scorse ore e svela svariati dettagli finora non noti. La Commissione parlamentare condivide l’obiettivo generale di riqualificare il comparto che si estende tra Mendrisio, Genestrerio, Rancate e Ligornetto «in termini naturalistici, agricoli e ricreativi», questo è indubbio e chiarito sin da subito. Un paio di aspetti previsti dal Consiglio di Stato non sono tuttavia condivisi.

La prima richiesta puntuale della Commissione – i relatori del rapporto sonoStefano Tonini e Giovanni Berardi – riguarda la creazione di un’area di sosta/pic-nic, che sia «ben definita e attrezzata e in sintonia con l’ambiente circostante così da evitare possibili conflitti con l’agricoltura».

La seconda presa di posizione che si distanzia dalle intenzioni del Governo concerne la mozione di Massimiliano Robbiani che chiedeva di integrare nel PUC l’obbligo di limitare l’uso di prodotti fitosanitari nel comparto. La proposta era stata accolta dal Consiglio di Stato ma la Commissione non approva questa impostazione, ritenendo «più opportuno collegare ogni intervento relativo alla gestione agricola e all’uso di prodotti fitosanitari all’evoluzione delle normative federali».

Il nodo finanziario

A dilungare i tempi dell’analisi commissionale è stata soprattutto la verifica degli aspetti economici del messaggio. L’investimento stimato per attuare la riqualificazione è ingente – 16,9 milioni di franchi – e per la stima dei costi sono stati coinvolti anche esperti esterni. «Ritenuto che per quanto riguarda i costi di demolizione e di indennizzo degli edifici, di bonifica e di modellamento del terreno, di sistemazione dei percorsi e di ripristino del suolo agricolo essi si fondano su stime ritenute attendibili, la Commissione ha voluto valutare soprattutto l’attendibilità dei costi di esproprio del terreno attribuito alla zona agricola e oggi considerato in vuoto pianificatorio», si legge nel testo, dove non si nega che all’interno del consesso si sia dibattuto sull’argomento. Al centro di tale discussione c’è stata in particolare «l’opportunità o meno di avere un approccio aperto al dialogo sia nella definizione del prezzo dei terreni, ma anche nell’individuare un’ubicazione alternativa per permettere alle aziende di continuare nella loro attività salvaguardando di riflesso anche i posti di lavoro. La Commissione è giunta alla conclusione che l’approccio adottato sia adeguato alla situazione. Queste conclusioni sono confortate anche dal fatto che la perizia esterna indica come "le conseguenze finanziarie del PUC Valera per i proprietari interessati non possono essere decise nell’ambito della procedura parlamentare di approvazione del piano e di adozione di un credito d’investimento"».

Nel rapporto ci si sofferma parecchio anche sugli aspetti legali della procedura espropriativa. Dopo aver citato sentenze del Tribunale federale e casi passati la conclusione è che le stime del Cantone riguardo ai costi di espropriazione (il valore ipotizzato dei terreni posti in situazione di vuoto pianificatorio è di 10 franchi al metro quadro) è attendibile e quindi condivisa dalla Commissione. Il messaggio dovrebbe essere votato dal Gran Consiglio il 19 settembre.

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