Rifugiato tunisino alla sbarra: traduzione sotto accusa

LUGANO - Incredibile ma vero. Quattro interpreti, tre dei quali professionisti, non hanno saputo stabilire cosa ha detto in due frasi cruciali una bimba di 6 anni. Questo è in estrema sintesi la situazione attuale del processo a un ex richiedente l'asilo tunisino accusato di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti ma soprattutto di atti sessuali con fanciulli, imputazione quest'ultima che molto probabilmente sarà ridotta a molestie sessuali. Il processo, iniziato il 26 luglio e interrotto proprio per chiarire la questione della traduzione, è ripreso ieri e continuerà oggi. La Corte delle assise criminali di Riviera presieduta dal giudice Rosa Item e completata da Renata Loss Campana e Aurelio Facchi ha iniziato ieri pomeriggio a interrogare l'imputato di 24 anni difeso dall'avvocato Lucrezia Serafino, con l'accusa sostenuta dal procuratore pubblico Arturo Garzoni e l'avvocato Maria Galliani nei panni dell'accusatore privato. Si tratta di stabilire, anche con l'aiuto di testimonianze, se nei corridoi del centro per richiedenti l'asilo di Biasca la sera del 20 febbraio scorso vi siano stati baci, toccamenti intimi o addirittura un rapporto orale.