Rinfrescata ai dipendenti: «Non bevete durante il lavoro»

«Il collaboratore deve dimostrarsi degno della stima e della fiducia richieste dalla sua funzione pubblica e tenere un contegno corretto e dignitoso sia nello svolgimento della funzione stessa, sia nella vita privata». Nei Regolamenti comunali che tratteggiano diritti e doveri dei dipendenti pubblici questa frase (o questi concetti formulati con altre parole) torna quasi sistematicamente. C’è anche nel Regolamento organico dei dipendenti di Chiasso, dove al capitolo «Salute e sicurezza dei collaboratori» si precisa anche di «non mettersi in uno stato che possa esporre (...) al pericolo a causa del consumo di alcol o di altre sostanze psicotrope».
Nella cittadina di confine si è però voluto andare oltre. E lo si è fatto di recente con l’invio a tutti i collaboratori del Comune di un documento che mette nero su bianco le «direttive riguardanti le pause dal lavoro e il divieto di consumo di bevande alcoliche e sostanze psicotrope/stupefacenti».
Io e gli altri
Il documento è datato 1. febbraio e, a prima lettura, a tratti può far sorridere. Alcune indicazioni sembrano infatti scontate. Se sono state messe nero su bianco forse però scontate non lo sono, o almeno non per tutti. Dopo aver premesso che «l’alcol e le sostanze psicotrope/stupefacenti possono esporre a forti rischi di incidenti o infortuni anche in conseguenza di un singolo e occasionale episodio di consumo, spesso erroneamente valutato come innocuo per la salute e per la propria capacità di attenzione e reazione», nel documento si passa all’elenco delle regole. Tra queste «non assumere alcol o sostanze psicotrope/stupefacenti sia prima che durante l’attività lavorativa», non offrire tali sostanze «a chi sta per svolgere un lavoro, e assolutamente non esercitare pressioni nei confronti dei colleghi». Ma anche «parlare con il proprio medico, o con il responsabile del personale, se ci si accorge di avere difficoltà a mantenere l’astinenza». Poi si passa al capitolo pause: «20 minuti ogni 8 ore», si precisa, e a quello concernente il lavoro a turni: chi finisce di lavorare, «prima di accedere a un esercizio pubblico, è tenuto a togliersi la divisa».
Ma perché mettere per iscritto regole e indicazioni che possono sembrare ovvie? Lo abbiamo chiesto alla municipale Sonia Colombo-Regazzoni che è responsabile dell’Ufficio tecnico, quindi del dicastero con più operai e collaboratori sul territorio di Chiasso: «Il documento non è nuovo ma è solo stato riammodernato e aggiornato – spiega –. Ogni tanto ribadire certi concetti non fa male, così come rinfrescare la memoria». Anche perché l’immagine di un Comune è strettamente legata a quella dei suoi collaboratori, e quindi al loro comportamento.