Mendrisio

Riri, scende in campo l'ispettorato del lavoro

Dopo lo sciopero di lunedì le parti si sono sedute al tavolo: al centro le questioni riguardanti il difficile clima lavorativo
© CdT/Gabriele Putzu
Stefano Lippmann
13.04.2022 06:00

Tutti seduti attorno a un tavolo. Ieri alla Riri di Mendrisio – azienda leader nel settore delle chiusure lampo – le parti si sono confrontate. Sindacati UNIA e OCST da un lato, i vertici aziendali dall’altro. Ma all’incontro una sedia era occupata anche da una collaboratrice scientifica dell’Ufficio dell’ispettorato del lavoro. Già, perché nel mezzo c’è la salute dei lavoratori. Dipendenti della ditta che lunedì scorso hanno manifestato malessere per le loro condizioni lavorative (vedi CdT del 6 aprile). E ieri, come detto, le parti si sono sedute al tavolo. «L’incontro è andato relativamente bene – ci conferma il vicesegretario regionale del Mendrisiotto di OCST Nenad Jovanovic –. Ieri sono ancora emerse delle problematiche sollevate dal personale che saranno analizzate dall’ufficio preposto del Cantone». Ora toccherà dunque all’Ufficio dell’ispettorato del lavoro scendere in campo. Stando a quanto abbiamo potuto appurare, nel corso delle prossime settimane i dipendenti verranno ascoltati e una collaboratrice scientifica analizzerà nel dettaglio tutte le problematiche legate alla salute dei lavoratori. Poi verrà stilato un rapporto e, in base alle risultanze, si muoveranno i prossimi passi. «Siamo contenti che sia intervenuto l’ufficio cantonale – commenta ancora il vicesegretario –; faranno la loro parte e poi comunicheranno quanto emerso al tavolo tecnico». Soddisfazione è stata espressa anche dal sindacalista di UNIA Vincenzo Cicero: «Evidentemente l’ispettorato del lavoro interverrà sulle questioni ambientali e farà un’analisi indipendente. Siamo contenti perché metterà mano a quelle problematiche che sono uscite con forza durante lo sciopero. Parallelamente, verrà creato anche un tavolo tecnico composto dai sindacati e dalle lavoratrici designate che dovrà analizzare le questioni più generali». Questo, dunque, è il programma inteso tra le parti. Una «scaletta» che verrà sottoposta al personale che si riunirà in assemblea domani.

Si lavora sul clima lavorativo

Il malessere all’interno dell’azienda – presente a Mendrisio dal 1936 – si è definitamente manifestato lunedì scorso, il 4 aprile. Alle 6 del mattino i lavoratori del primo turno – si parla di diverse decine di dipendenti – hanno deciso di incrociare le braccia. Ne è seguita una lunga assemblea durante la quale i lavoratori si sono confrontati anche con i sindacati. Il malessere espresso, come detto, è da ricondursi al clima di lavoro e, stando alle testimonianze che abbiamo raccolto, a turni di lavoro definiti «massacranti». È dunque soprattutto sull’ambiente che andranno fatte le analisi, non tanto sulle condizioni contrattuali. Anche perché Riri sottostà al Contratto collettivo di lavoro per il settore dell’abbigliamento. Contratto che prevede la possibilità di impiegare il proprio personale anche il sabato, per 18 volte all’anno. Ma è anche intorno al sabato lavorativo che si sono paventate alcune – secondo il punto di vista dei dipendenti – irregolarità. «Chiunque non dia la propria disponibilità a lavorare ulteriori fine settimana – ci raccontava un operaio – è tenuto a fornire una giustificazione e dopo la terza assenza arriva la lettera di richiamo». Disagi sarebbero stati avvertiti anche all’interno dei settori lavorativi, soprattutto legati al comportamento dei responsabili: «Trattamenti poco idonei e commenti decisamente poco eleganti nei confronti della categoria femminile».

Forte ripresa degli ordinativi

Che alla Riri, superata la pandemia, si stia vivendo un periodo di «eccezionale intensità di lavoro» è stato riconosciuto anche dalla direzione, la quale, sin dai primi istanti dello sciopero, ha dichiarato la propria «apertura al dialogo costruttivo». Azienda che, per far fronte alla «forte ripresa degli ordinativi» – spiegava il Chief Financial Officier Andrea Moretta – ha già assunto una decina di nuovi lavoratori a tempo indeterminato, oltre al personale temporaneo».