Caduta massi

Rocce belle ma instabili: servono difese più robuste

Municipio pronto a investire quasi due milioni per operare di protezione lungo il sentiero di Gandria e in zona ponte del Diavolo a Castagnola – Alcuni interventi sono delicati a livello d’impatto paesaggistico
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Giuliano Gasperi
16.11.2021 06:21

Vedere i ripidi versanti verdi del monte Brè che si tuffano nel Ceresio è un piacere per gli occhi, ma questo dipinto della natura ha il suo prezzo. Un prezzo geologico: il rischio costante che cadano dei sassi. È per questo che il Municipio di Lugano è pronto ad investire 1,9 milioni per la messa in sicurezza di due pendii in particolare: uno a Castagnola, in zona ponte del Diavolo, e uno sul sentiero degli ulivi, vicino al Sasso di Gandria.

Galleria da prolungare

Cominciamo dal sentiero di Gandria, teatro negli ultimi due anni di vari episodi. Nel settembre del 2019 un metro cubo di materiale composto da sassi, legname e terra si era distaccato da un’altezza di circa venti metri raggiungendo la via pedonale. L’anno successivo, a maggio, un distacco di 50 kg di roccia, per poco, non ne innescava uno ben più importante: quello di un sasso instabile pesante 1.000 kg, che aveva poi dovuto esser fissato per bene. Solo cinque giorni dopo, 600 kg di roccia erano caduti da una ventina di metri vicino al Sasso di Gandria, raggiungendo il sentiero in un punto privo di protezioni. Un fatto simile si è ripetuto nel febbraio di quest’anno, anche se «solo» con 100 kg di materiale. E la lista, come precisa il Municipio, «non è esaustiva».

Per quanto riguarda le cause, si parla di «naturale disgregazione della roccia dovuta alla combinazione fra l’azione degli agenti atmosferici e l’azione delle radici delle piante attraverso le fessure aperte della roccia».

Ma veniamo al da farsi. Sono previste diverse opere: una pulizia dell’area con la rimozione degli elementi instabili; la posa di reti paramassi; il prolungamento della galleria artificiale vicino al Sasso di Gandria e la copertura di questa formazione rocciosa da cartolina con una rete aderente. Vien da chiedersi se gli interventi previsti, seppur necessari, non vadano a penalizzare la bellezza del luogo.

Consapevole di questo pericolo, la Città vuole che i lavori e i futuri manufatti considerino anche la biodiversità e, appunto, l’impatto visivo. «Esso sarà contenuto per quanto riguarda le reti paramassi attorno al Sasso di Gandria, in quanto negli anni saranno camuffate e parzialmente nascoste dalla vegetazione», mentre la visibilità delle reti aderenti «sarà maggiore e inevitabile, ma relativa, considerata la colorazione molto chiara della roccia».

Un po’ meno da cartolina

Anche a Castagnola è in programma un’opera delicata dal punto di vista paesaggistico. Riguarda un altro sperone roccioso iconico: quello che sovrasta via Riviera, sopra la scultura del diavolo. Secondo le analisi degli specialisti, essendoci il rischio di crolli, dev’essere stabilizzato con dei sostegni in cemento armato. Il Municipio riconosce che si tratta di un intervento invasivo e promette che «gli speroni artificiali verranno integrati al meglio nell’ambiente naturale circostante mediante l’ottimizzazione della forma e della dimensione».

Per il resto, nella zona sono previsti altri quattro lavori: la posa di una nuova rete di protezione aderente sopra il tratto più basso di via Riviera, il rafforzamento di quella sopra il ponte del Diavolo, il consolidamento del sentiero Boggiogna (che si snoda sopra via Riviera) e la manutenzione del bosco sotto il Parco San Michele (che può giocare anch’esso un ruolo difensivo) con la sostituzione delle reti paramassi temporanee posate negli anni scorsi.

Agire sulla vegetazione permetterà di prevenire un altro problema che caratterizza il comparto: i franamenti superficiali. L’ultimo di una certa rilevanza è quello del giugno 1997, quando a seguito di forti piogge era scesa una frana sulla sponda destra del riale che scorre in quella zona, ostruendone l’alveo.

Ringhiera provvidenziale

Il secondo dei due episodi citati dal Municipio per quanto riguarda Castagnola risale invece al dicembre scorso, quando un sasso di circa 400 kg si era staccato dalla parete rocciosa a monte di via Riviera ed era finito sul sentiero Boggiogna. Solo una ringhiera l’aveva fermato.

Le successive analisi geologiche avevano evidenziato «la presenza di un elevato rischio di ulteriori distacchi dal pendio» sottolineando «la necessità di procedere con un intervento urgente di messa in sicurezza». L’accesso al sentiero, dopo quel crollo, è stato chiuso.