Pandemia

«Roma ha le idee confuse: proporremo i treni almeno per i frontalieri»

In seguito alla decisione di interrompere i collegamenti tra Svizzera e Italia, parla il governatore lombardo Attilio Fontana: «Ci sono temi che il Governo non considera, il DPCM va corretto»
©CdT/Chiara Zocchetti
Michele Montanari
08.12.2020 13:55

Se gli spostamenti oltre confine si sono fatti più difficili in seguito al DPCM del 3 dicembre, che quantomeno «risparmiava» i lavoratori, con l’interruzione dei collegamenti ferroviari tra Svizzera e Italia dal prossimo 10 dicembre, la situazione si fa più complessa anche per i frontalieri. Dopo l’annuncio del blocco ai confini nazionali dei mezzi delle FFS e di Trenitalia, abbiamo intervistato il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, che già negli scorsi giorni aveva criticato le misure introdotte dal governo italiano.

Presidente Fontana, l’interruzione dei treni tra Italia e Svizzera comporterà enormi disagi per i frontalieri e il traffico sulle strade ticinesi si farà più critico...

«Sono d’accordo. Bisogna rivedere tutto: le persone devono essere messe nelle condizioni di potersi muovere e lavorare. Ho subito parlato con il prefetto di Milano, e domani avremo un incontro telefonico con il Ministero dei Trasporti. È evidente che non si può interrompere lo spostamento dei lavoratori frontalieri. Una delle ipotesi che porteremo a Roma è quella di mantenere il trasporto per i soli frontalieri, con controlli che verranno effettuati sui treni. Faremo questa proposta, ma è chiaro che serve una risposta con la massima sollecitudine».

Non crede che la situazione sia poco chiara anche per gli italiani che vivono in Svizzera e per i ticinesi che intendono incontrare, spostandosi in auto, i parenti nella Penisola?

«Servono approfondimenti anche da questo punto di vista. Il DPCM è stato promulgato da poco e sinceramente temo che a Roma abbiano idee confuse su temi quali il frontalierato, la situazione dei cittadini che rientrano in Italia o di quelli che, ad esempio, hanno la doppia residenza. Questi sono dettagli che faremo presenti al governo: servono sicuramente delle modifiche»

La Svizzera non ha posto paletti in entrata (a parte per tre Regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emila-Romagna). Se la Lombardia dovesse diventare «zona gialla», un ticinese potrebbe attraversare la frontiera semplicemente per fare la spesa?

«Al momento la questione è molto complicata. Ci sono una miriade di situazioni da tenere presenti e il DPCM è stato fatto in fretta e furia: noi governatori di Regione ci siamo lamentati, visto che non ci hanno dato neppure il tempo di discutere molti temi. Serve il coraggio di riprendere in mano il Decreto, ma io credo che ci sia la volontà di farlo e correggerlo».

Il quotidiano «Libero» titola una sua intervista: «Chi vìola le leggi di Natale ha ragione». È una provocazione?

«Vorrei fare chiarezza: non ho detto che sono d’accordo con chi intende infrangere le leggi, però capisco il senso di frustrazione che molti possono provare, perché alcuni punti del DPCM non hanno alcun senso. In una realtà come quella lombarda, ad esempio, ci sono più di 1500 Comuni, e alcuni di questi hanno poche centinaia di abitanti. Il divieto di spostamento tra queste zone va chiaramente rivisto, dato che non c’è nessun pericolo. Io ho già chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di rivedere tali misure. Mi auguro che le modifichino in sede di conversione del Decreto legge o si impegnino a dare delle interpretazioni che vadano in una direzione opposta rispetto a quanto deciso finora. Ribadisco: non ho mai detto che bisogna disattendere le leggi. Giuste o sbagliate che siano si devono applicare, però capisco chi le contesta».

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