Rosario in piazza a Lugano: c'è il ricorso

Helvetia Christiana si appella contro la mancata concessione del permesso da parte del Municipio - "Da una maggioranza leghista non ce l'aspettavamo"
Red. Online
22.05.2018 18:47

LUGANO - È partito all'indirizzo del Consiglio di Stato il ricorso dell'associazione Helvetia Christiana contro la decisione del Municipio di Lugano che ha negato la recita di un rosario in una piazza di Lugano in difesa - si legge nella nota dell'associazione - "della dottrina cattolica, dei valori cristiani e in riparazione dei peccati". Se inizialmente l'associazione aveva dichiarato di voler riunirsi durante i giorni del Pride, la manifestazione prevista in città dal 28 maggio al 3 giugno e organizzata dall'Associazione LGBT (che sta per lesbiche, gay, bisessuali e transgender), ora fa sapere però di aver proposto due altre date: il 28 luglio o il 4 agosto, tra le 14 e le 18. 

Nel ricorso, Helvetia Christiana lamenta la carente motivazione della decisione municipale: "il Municipio di Lugano ha rifiutato la domanda in sostanza in quattro righe stringate". Stando all'associazione, "il Municipio di Lugano non ha rispettato la giurisprudenza (...) scordandosi che nell'ipotesi in cui la persona richiedente agisca nell'esercizio dei diritti costituzionali, come la libertà di espressione e di religione, esiste un "diritto condizionale" all'uso di una piazza. Soltanto in presenza di imperiose ragioni di sicurezza o di ordine pubblico l'Ente pubblico potrebbe negare l'autorizzazione". Helvetia Christiana ritiene che il Municipio non abbia mai messo in evidenza simili problemi, ma "ha negato il permesso solo per esclusivi motivi politici e ideologici".

Helvetia Christiana ha criticato anche le affermazioni - definite "errate" - del sindaco Marco Borradori e del municipale Lorenzo Quadri. "Helvetia Christiana è un'associazione che difende la dottrina bimillenaria della Chiesa cattolica, e non è né razzista, né xenofoba né tantomeno "omofoba"", si legge nella nota. Infine, dall'associazione arriva una stoccata alla Lega: "Sorprende che sia proprio un Municipio a maggioranza leghista ad allinearsi in modo esplicito al cosiddetto "pensiero unico", denigrando coloro che non la pensano ugualmente, e adottando metodi di cui loro stessi lamentano di essere sistematicamente vittime".

A proposito della decisione, il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri aveva dichiarato che "la preghiera non è un corpo contundente e si era detto "perplesso" della richiesta. "Mi rifaccio alla natura della preghiera cristiana: è una realtà delicata, la risposta di fede a una parola che ci viene da Dio, non uno strumento da utilizzare contro gli altri, anche se le finalità possono essere moralmente condivisibili" aveva dichiarato (Vedi Suggeriti).

Sorprende che sia proprio un Comune a maggioranza leghista ad allinearsi in modo esplicito al cosiddetto "pensiero unico", denigrando coloro che non la pensano ugualmente, e adottando metodi di cui loro stessi lamentano di essere sistematicamente vittime.