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«Rüt»: i conti tornano, ma il regolamento è da rivedere

Tre anni dopo l’introduzione della tassa sul sacco (anche) a Lugano il bilancio è positivo: il sistema si autofinanzia, la produzione di rifiuti è in calo e il tasso di riciclaggio è stabile – Alla luce di alcuni ricorsi, prossimamente il testo che regola il sistema di calcolo della tassa base verrà rivisto
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
06.06.2023 06:00

Il 1. gennaio 2020 anche nel «villaggio gallico in riva al Ceresio» entrava in vigore la tassa sul sacco. E il bilancio per Lugano, tre anni dopo, è più che positivo. Spulciando le cifre del Consuntivo 2022 e dell’ultima edizione di «Lugano in cifre», in questo triennio il tasso di riciclaggio si mantiene attorno al 42% e nel 2022 la produzione totale di rifiuti è diminuita. Buone notizie, insomma. D’altronde, come rilevato dalla stessa Città di Lugano nel consuntivo «l’introduzione delle tasse sui rifiuti (tassa base e tassa causale) e di nuove possibilità di consegna hanno a mano a mano influenzato le abitudini e le attività dei cittadini e delle aziende operanti in città. Durante l’allestimento del preventivo era stata messa a bilancio una diminuzione dei costi relativi allo smaltimento dei rifiuti, in quanto si prospettava una diminuzione dei quantitativi prodotti, come pure si prospettava una diminuzione dei costi raccolta e di smaltimento». Ebbene, «queste previsioni si sono confermate in misura anche maggiore».

La querelle con gli esercenti

In soldoni, il sistema riesce ad autofinanziarsi come previsto dalla legge. A fronte di uscite per 8,83 milioni, lo scorso anno grazie alla tassa base, alla tassa sul «sac dal rüt» e ad altri introiti le entrate hanno raggiunto gli 8,57 milioni: la copertura dei costi risulta quindi essere raggiunta al 97,09%. Se consideriamo però l’importo teorico da fatturare agli esercizi pubblici, pari a 349.232 franchi, si raggiungerebbe una copertura del 101,4%. Questo importo non è però stato incassato a causa del ricorso, tuttora pendente, che era stato presentato da GastroLugano nel 2019 contro l’ordinanza municipale e, più in dettaglio, contro il calcolo della tassa base per la categoria. Calcolo che per albergatori ed esercenti considerava un importo di 12 franchi (ridotto poi a 8 nel febbraio 2020) per sedia o posto letto. Ebbene, l’associazione mantello contestava l’assenza di una tariffa forfettaria, come previsto per tutte le altre attività economiche. Qualcosa, prossimamente, potrebbe smuoversi. Innanzitutto, va precisato che quello di GastroLugano non è l’unico ricorso pervenuto al Municipio su questo tema. E dei correttivi al sistema di calcolo sono in vista: «Dopo un paio d’anni di rodaggio e alcuni ricorsi che hanno portato alla luce sfaccettature diverse da quelle regolate giuridicamente nel regolamento, prossimamente sarà necessario fare una revisione che tenga in considerazione i vari casi emersi», conferma al CdT la capodicastero Sicurezza e spazi urbani, Karin Valenzano Rossi. Ma di che sfaccettature si tratta? «Vi sono molte realtà economiche che nella pratica sono organizzate insieme mentre dal profilo giuridico sono separate. Penso agli studi legali con comunione di cancelleria o società di sede domiciliate presso fiduciarie. La fattura viene emessa per singola realtà giuridica ma dal profilo pratico spesso si tratta di fatto di una realtà unica. Si tratterà di capire come recepire i rilievi mossi».

Per quanto riguarda invece la tassa base e la tassa sul sacco, per i cittadini ci sono buone notizie all’orizzonte dopo che nel 2022 e nel 2023 le tariffe di vendita dei sacchi ufficiali sono state ridotte fino a toccare il minimo fissato dalla legge. «È ragionevole pensare che a meno di stravolgimenti eccezionali la tassa base resterà quella attuale», afferma Valenzano Rossi.

Un po’ di cifre

Durante il 2022 c’è inoltre stata una diminuzione del 5,1% nella produzione totale di rifiuti del 6,8% pro capite rispetto all’anno precedente. I rifiuti non riciclabili sono diminuiti (da 15.881 a 15.194 tonnellate, -4,3%), ma meno che proporzionalmente rispetto a quelli riciclabili (da 11.758 a 11.128 tonnellate, -6,2%). Più in dettaglio, lo scorso anno c’è stata una diminuzione del 3,4% rispetto al 2021 di RSU (da 14.732 a 14.237 tonnellate) e del 16,8% di rifiuti ingombranti (da 1.148 a 955 tonnellate). Per quanto concerne i rifiuti riciclabili, dalla statistica di «Lugano in cifre» si evince un aumento del consumo di PET (da 87,2 a 92,4 tonnellate, +6%), oli esausti (da 13 a 14,2 tonnellate, +9,2%) e flaconi in PE e PP (da 17,2 a 24,2 tonnellate, +40,7%). Diminuisce, d’altro canto, la produzione di tutti gli altri rifiuti riciclabili, in particolare di legname (da 1.457 a 1.283 tonnellate, -11,9%), materiale elettrico (da 436,5 a 387,1 tonnellate, -11,3%), tessili (da 182,7 a 159,3 tonnellate, -12,8%), capsule di caffè (da 19,4 a 16,6 tonnellate, -14,4%), pile e batterie (da 24,4 a 20,6 tonnellate, -15,6%).

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