Per il 2019

Salari e lavoro, l’OCST pronto a dare battaglia

L’organizzazione cristiano sociale ha annunciato i temi sui quali si chinerà nel corso dell’anno - Nel 2019 il sindacato compie 100 anni
Da sinistra, Benedetta Rigotti, Renato Ricciardi, Paolo Locatelli e Gianni Guidicelli.
Federica Galfetti
06.02.2019 14:45

LUGANO - Disparità salariale, precarietà e costante erosione del reddito disponibile. Sono questi i temi principali sui quali nel 2019 si chinerà l’Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST), che questa mattina a Lugano ha presentato gli obiettivi e le sfide che caratterizzeranno l’agenda dei prossimi mesi. Ma prima di entrare nel vivo dei temi che stanno a cuore al sindacato, il segretario cantonale Renato Ricciardi ha voluto esprimere il cordoglio per la famiglia del dipendente deceduto ieri in un incidente sul lavoro ad Airolo. Volgendo poi lo sguardo al futuro, Ricciardi ha informato che «l’OCST festeggia quest’anno i 100 anni di vita e pensiamo di poter dire che si mantiene in buona forma ed è pronta a continuare le lotte iniziate un secolo fa». Entrando poi nel merito dei temi, l’OCST continuerà a impegnarsi «tramite la contrattazione collettiva, per un aumento graduale dei livelli salariali, nell’ottica dell’allineamento del resto del Paese, dove - rileva Ricciardi - il reddito mediano è superiore del 14,4% rispetto a quello in Ticino». Per poi indicare come la questione principale sulla quale porre l’accento sia «la capacità di innovazione nell’ottica di offrire prodotti e servizi a maggior valore aggiunto. Per raggiungere questo obiettivo, il primo passo è investire sul personale, tramite la formazione, per migliorare produttività e qualità del lavoro, nonché sulla partecipazione alle decisione in azienda delle lavoratrici e dei lavoratori». L’OCST ha poi ricordato l’urgenza di proteggere le donne che ancora oggi «subiscono una disparità salariale inaccettabile, che le rende ancora più soggette al rischio di povertà». In particolare, il sindacato «continuerà a lavorare nella direzione della contrattazione collettiva per la difesa dei livelli salariali delle donne e per la diffusione di pratiche favorevoli alla conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare» come ha specificato ancora Ricciardi. Ma anche l’erosione costante del reddito è sentita come tema cruciale dall’OCST: «Troppo spesso si giustificano le differenze salariali con il resto della Svizzera con un presunto costo della vita inferiore nel nostro Cantone. Ma il costo dei prodotti alimentari per esempio non differisce da regione a regione nelle principali catene di distribuzione e, se è vero che al di là del confine i prezzi sono più contenuti - prosegue il segretario cantonale - non si può certo invitare i ticinesi e fare la spesa in Italia: va protetta l’occupazione nel nostro Cantone». In paragone al resto della nazione, anche i livelli degli affitti non differiscono: «Le zone periferiche in Ticino godono di affitti a buon mercato paragonabili a quelli che si registrano nella maggior parte delle regioni della Svizzera, tuttavia nelle aree vicino ai grossi centri, gli affitti raggiungono livelli elevati, paragonabili alle zone nei pressi delle città di Zurigo, Ginevra e Berna». Per quanto riguarda la spesa per i premi di cassa malati, che Ricciardi ha definito «una spesa troppo alta per le famiglie ticinesi», ha poi annunciato che l’OCST «sosterrà le iniziative popolari volte a contenere l’impatto dei premi fissando un tetto massimo del premi in base al reddito». Tra le altre battaglie del 2019 ci sarà anche quella di «migliorare la protezione dei lavoratori interinali e garantire che questa modalità di contratto venga realmente utilizzata per il fine per il quale è stata pensata, ovvero la sostituzione temporanea e la copertura di picchi di lavoro improvvisi, e diventi davvero una condizione limitata nel tempo». In ultima analisi, il segretario cantonale ha poi sottolineato che il sindacato, prendendo posizione sull’Accordo quadro istituzionale con l’Unione europea, «ha ribadito come non si possa prescindere dalle misure di accompagnamento, che anzi dovrebbero essere rimodulate e rafforzate nell’ottica di favorire la contrattazione collettiva. Uno strumento, quest’ultimo, efficace e per nulla in contrasto con le direttive degli Accordi bilaterali per la libera circolazione delle persone».

A intervenire è poi stato il vice segretario cantonale Gianni Guidicelli, che ha espresso «preoccupazione per la situazione del personale del Cardiocentro, che vive una situazione di incertezza e che chiede di conoscere in tempi brevi il proprio destino. Tra le parti la situazione rimane tesa - ha proseguito - e anche se l’Ente ospedaliero cantonale ha garantito la riassunzione del personale, a preoccupare sono le eventuali sovrapposizioni».

Da parte sua invece il segretario cantonale Paolo Locatelli, ha posto l’accento sulla situazione del settore dell’edilizia: «L’OCST presenterà entro la metà dell’anno un nuovo modello di flessibilità, che da una parte permetterà di rispondere alle esigenze degli impresari, ma dall’altra vada ad alleggerire il calendario del lavoro dei lavoratori». Per poi indicare quale obiettivo: «L’introduzione del modello a partire dal primo gennaio 2020». Un secondo settore di riferimento è quello della vendita: «Ora ci siamo davvero, il dossier è trattato in questo momento dalla SECO e il semaforo verde per la pubblicazione del decreto di obbligatorietà generale valido per tutto il Canton Ticino è atteso per le prossime settimane» ha affermato Locatelli. «Si tratta di un vero passo avanti per risolvere i problemi di un settore davvero in crisi». A chiudere l’incontro è stata la responsabile della comunicazione dell’OCST Benedetta Rigotti, che ha annunciato diversi eventi per l’anno, come una rassegna cinematografica, una mostra e una serie di conferenze, la prima delle quali il 19 febbraio. Il tema? L’evoluzione del lavoro femminile nell’economia.