Brusino arsizio

Salvato un cigno che aveva ingoiato un amo da pesca

L’animale è stato soccorso e curato dalla Società protezione animali di Bellinzona e dal veterinario Athos Binda - Dopo due mesi di convalescenza è stato di nuovo liberato nelle acque del Ceresio
©Spab
Red. Online
03.01.2020 10:45

Era stato catturato il 30 ottobre dopo un rocambolesco inseguimento con il Barry Boat sulle rive del Ceresio in zona di Brusino Arsizio. George, così è stato chiamato il giovane cigno che incautamente aveva ingoiato un amo con diversi piombini che da giorni gli creava una dolorosa occlusione esofagea tanto da formare un’enorme sacca a metà collo.

Dopo la cattura è stato prontamente trasportato alla clinica veterinaria Vet Moesa di Grono dove il sapiente dottor Athos Binda, dopo una radiografia, ha praticato un’incisione nel punto dove l’amo era conficcato e lo ha estratto. A questo punto ci si è accorti della enorme quantità di cibo che il povero pennuto da giorni tentava di ingoiare non capendo però che così facendo peggiorava solamente il suo stato.

Si è quindi proceduto ad asportare la massa e a ricucire i tessuti sperando che tutto procedesse per il meglio.

Dopo qualche giorno di degenza al grande rifugio di Gorduno-Gnosca, si è quindi proceduto ad una endoscopia per assicurarsi che la cicatrizzazione procedesse correttamente. Purtroppo ci si è accorti che l’amo aveva lacerato l’esofago ben più in basso e per una lunghezza di circa 7 cm. Questo è sicuramente avvenuto quando il povero cigno ha tentato invano di divincolarsi da quel tremendo arpione.

Si è quindi proceduto ad effettuare un secondo intervento ed anche in questo caso tutto è andato nel migliore dei modi. Impressionato dalla voglia di combattere e di vivere di questo giovane cigno, il dottor Binda ha deciso, e la SPAB plaude questo suo gesto, di offrire gratuitamente tutte le cure e i medicamenti necessari affinché George potesse ritornare in piena forma e ripercorrere le acque del magnifico Ceresio.

Dopo due mesi di convalescenza, George è quindi stato liberato sotto le pendici del Monte San Giorgio che lo ha visto uscire dal guscio, gli occhi lucidi dei volontari SPAB e del veterinario Athos Binda.