Salvato un cigno che aveva ingoiato un amo da pesca

Era stato catturato il 30 ottobre dopo un rocambolesco inseguimento con il Barry Boat sulle rive del Ceresio in zona di Brusino Arsizio. George, così è stato chiamato il giovane cigno che incautamente aveva ingoiato un amo con diversi piombini che da giorni gli creava una dolorosa occlusione esofagea tanto da formare un’enorme sacca a metà collo.
Dopo la cattura è stato prontamente trasportato alla clinica veterinaria Vet Moesa di Grono dove il sapiente dottor Athos Binda, dopo una radiografia, ha praticato un’incisione nel punto dove l’amo era conficcato e lo ha estratto. A questo punto ci si è accorti della enorme quantità di cibo che il povero pennuto da giorni tentava di ingoiare non capendo però che così facendo peggiorava solamente il suo stato.
Si è quindi proceduto ad asportare la massa e a ricucire i tessuti sperando che tutto procedesse per il meglio.
Dopo qualche giorno di degenza al grande rifugio di Gorduno-Gnosca, si è quindi proceduto ad una endoscopia per assicurarsi che la cicatrizzazione procedesse correttamente. Purtroppo ci si è accorti che l’amo aveva lacerato l’esofago ben più in basso e per una lunghezza di circa 7 cm. Questo è sicuramente avvenuto quando il povero cigno ha tentato invano di divincolarsi da quel tremendo arpione.
Si è quindi proceduto ad effettuare un secondo intervento ed anche in questo caso tutto è andato nel migliore dei modi. Impressionato dalla voglia di combattere e di vivere di questo giovane cigno, il dottor Binda ha deciso, e la SPAB plaude questo suo gesto, di offrire gratuitamente tutte le cure e i medicamenti necessari affinché George potesse ritornare in piena forma e ripercorrere le acque del magnifico Ceresio.
Dopo due mesi di convalescenza, George è quindi stato liberato sotto le pendici del Monte San Giorgio che lo ha visto uscire dal guscio, gli occhi lucidi dei volontari SPAB e del veterinario Athos Binda.