Sanità, un nuovo slancio per il settore privato

«È il risveglio della bella addormentata». Con una metafora, il presidente dell’Associazione cliniche private ticinesi (ACPT) Giancarlo Dillena ha voluto descrivere il rilancio dell’associazione in una conferenza stampa indetta questa mattina alla Clinica Sant’Anna di Sorengo. Alla testa dell’associazione da circa tre settimane, Dillena ha innanzitutto voluto evidenziare l’importanza che il settore privato svolge nella sanità ticinese: «Le cifre ci dicono che il rapporto tra pubblico e privato, nel nostro cantone, è rispettivamente del 60% e 40%. Questo dato smentisce la credenza secondo la quale, nel settore sanitario, il privato fa quello che non fa il pubblico». Ma non si tratta solo di una questione di quantità, ha precisato Dillena, rimarcando che «l’offerta delle cliniche private garantisce anche tanta qualità, costituendo una delle colonne portanti del sistema sanitario ticinese».
Detto delle cifre, Dillena ha poi voluto esporre la strategia di rilancio del settore, basata innanzitutto su un cambio d’immagine: «Dovremo correggere una certa immagine negativa del settore e contrastare la falsa narrativa ideologia secondo la quale il privato pensa ai guadagni, e il pubblico pensa a tutti i pazienti; una visione manichea che non riflette la realtà delle cose. Pubblico e privato svolgono la loro missione in maniera differenziata, ma condividono gli obiettivi essenziali della qualità delle cure e della gestione razionale delle risorse. In realtà abbiamo molti più punti in comune di quanto si pensi». In questo senso il presidente dell’ACPT ha rimarcato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato che, «pur mantenendo le loro prerogative, sono vincenti quando cooperano tra loro. È proprio questo modello duale di collaborazione che fa del sistema sanitario svizzero uno dei migliori al mondo». Il presidente ha poi sottolineato che tra i due settori, «i punti di attrito e le divergenze ci sono e ci saranno, ma un equilibrio ragionato deve essere trovato ogni volta che è possibile, specialmente attraverso il dialogo». A proposito delle divergenze Dillena ha ricordato in particolare l’importanza da parte dello Stato «di essere un regolatore e un arbitro neutro, e non di parte». Un altro aspetto fondamentale per il settore, è stato sottolineato, riguarda la formazione: «Sarà una delle nostre priorità prestare particolare attenzione alla formazione dei medici e dei manager. Inoltre, da questo punto di vista, guardiamo con particolare interesse allo sviluppo della nuova Facoltà di biomedicina dell’USI», ha evidenziato Dillena per poi concludere: «Il nostro impegno sarà quello di cercare costantemente il dialogo e la collaborazione con tutti gli attori del sistema sanitario».
Presenti alla conferenza anche i due vicepresidenti dell’associazione Michela Pfyffer (per il settore acuto) e Luca Santagostino (per il settore psichiatrico). Pfyffer ha voluto sottolineare il «momento difficile per il settore acuto che si trova davanti a sfide importanti; in particolare il passaggio dallo stazionario all’ambulatoriale, i controlli dei costi sempre più importanti e le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale che evolvono rapidamente». E per affrontare queste sfide future, Pfyffer ha evidenziato l’importanza per il settore privato di avere «parità di possibilità» rispetto al settore pubblico. Dal canto suo anche Santagostino ha rimarcato l’importanza del sistema duale: «La concorrenza tra settori porta all’eccellenza e fa crescere entrambe le parti, sia il privato sia il pubblico».
Presente all’incontro anche il direttore della Divisione della sanità pubblica del DSS Paolo Bianchi, che da parte sua si è detto rallegrato che la Divisione possa ritrovare nell’associazione un interlocutore importante per le sfide future della sanità: «La Divisione della salute pubblica vede di buon occhio questa ricostituzione perché anche per noi è utile avere un partner unico, che faccia una lavoro di sintesi all’interno dell’associazione delle cliniche private».