Cerimonia

Sboccia un luogo d’incontro simbolo di cultura cattolica

Riuscito momento di festa per l’inaugurazione dell’elegante nuova ala del collegio Papio di Ascona, attesa da oltre 10 anni – Lombardi: «Un traguardo che proietta la scuola nella modernità» – De Rosa: «Voi garantite una formazione qualificata e valida»
Da sinistra, Maurizio Checchi, don Patrizio Foletti, Raffaele De Rosa, Consuelo Allidi (presidente della Parrocchia di Ascona), Giselda Saletti e il vescovo Valerio Lazzeri. ©CdT/Chiara Zocchetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
27.08.2021 21:02

Elegante, luminosa, attesa da oltre dieci anni, ma anche un’opera dai profondi significati. Lo ha sottolineato, fra gli altri, il vescovo Valerio Lazzeri, il quale – durante la benedizione – ha ricordato come il refettorio «sia, oltre che un luogo d’incontro privilegiato, anche un importante simbolo della cultura cattolica». Questo sarà dunque, ancor di più dopo il riuscito momento di festa, la nuova ala del collegio Papio di Ascona, aperta agli studenti già all’inizio di quest’anno, ma inaugurata ufficialmente solo questa sera a causa delle contingenze pandemiche.

Collaudo pienamente riuscito

È stato con una cerimonia sentita e molto partecipata, dove ha fatto da anfitrione il presidente degli ex allievi nonché vice sindaco del borgo Maurizio Checchi, che si è dunque voluto presentare agli ospiti (fra i quali rappresentanti delle autorità religiose – non poteva mancare il vescovo emerito Piergiacomo Grampa, per lunghi anni rettore dell’istituto–, comunali della regione e cantonali) una struttura grazie alla quale la scuola completa la propria offerta, offrendo agli studenti una mensa ariosa e funzionale, il cui primo collaudo è pienamente riuscito (vedi l’edizione di ieri). Diversi gli interventi durante il momento ufficiale, che ha preceduto il taglio del nastro, la benedizione, un aperitivo e la cena in comune. Tutti gli oratori, in primis il rettore don Patrizio Foletti, hanno manifestato la propria soddisfazione per l’obiettivo tanto agognato e finalmente raggiunto. Per Filippo Lombardi, presidente della Fondazione collegio Papio, si tratta di un traguardo che proietta la scuola nella modernità. Un futuro all’avanguardia che, pur rimanendo ancorato ai valori cattolici, si traduce anche nel costante aggiornamento della didattica, soprattutto, in questi anni, in ambito di digitalizzazione. Lombardi ha poi, scherzosamente, «sposato» per un attimo i suoi ruoli di presidente del collegio e dell’HC Ambrì Piotta, sottolineando come si siano appena concluse, quasi contemporaneamente, due grandi opere: la mensa del Papio, appunto, e la nuova pista della Valascia.

Numerosi anche i sindaci presenti al momento di festa: dal locarnese Alain Scherrer al muraltese Stefano Gilardi. A prendere la parola è ovviamente stato il sindaco del borgo Luca Pissoglio che – dopo aver ricordato con commozione l’ex sindaco Eros Bergonzoli, scomparso proprio ieri (vedi a pagina 16) e pure ex allievo del Papio – ha sottolineato le sinergie fra la scuola e il Comune, le quali saranno ulteriormente rinsaldate dalla nuova opera, visto che la mensa ospiterà anche gli allievi delle elementari asconesi. Preso dall’entusiasmo Pissoglio (che in rappresentanza delle autorità comunali, era affiancato anche dalla prima cittadina Gisleda Saletti) ha poi concluso il suo intervento esclamando: «Forza Papio, viva il Papio!».

Il ministro e il Papa

Ha espresso soddisfazione anche il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, sottolineando come il Cantone abbia sostenuto volentieri la realizzazione dell’opera e affermando come il Papio sappia garantire una formazione «qualificata, valida e riconosciuta». Il ministro della sanità e della socialità ha poi concluso il proprio intervento citando Papa Francesco: «Dobbiamo essere costruttori di pace e le nostre comunità devono essere scuole di rispetto e di dialogo – le parole del pontefice –. Luoghi in cui si impara a superare le tensioni, a promuovere rapporti equi e pacifici fra i popoli e i gruppi sociali e a costruire un futuro migliore per le generazioni a venire». Considerazioni quantomai evocative in un momento come quello di oggi (dove, fra l’altro, non sono mancati due rappresentanti della Guardia svizzera pontificia).

Infine vi è stato anche il meritato momento degli architetti progettisti Sandra Giraudi e Thomas Radczuweit, che si sono ritrovati ad operare in un contesto particolarmente complesso, essendo chiamati ad inserire una struttura moderna in un comparto antico di particolare pregio e con parecchi vincoli. L’impresa è però perfettamente riuscita, come è ancora stato sottolineato ieri da più parti, con un notevole risultato estetico e funzionale.