«Scegliete bene, ma senza pressioni»

C’è chi lo ricorda come una fase incerta della vita e chi invece tornerebbe volentieri indietro, ma il periodo delle medie, a un certo punto, finisce per tutti e arriva il momento di decidere cosa fare dopo la scuola dell’obbligo. Ricordate come avete affrontato e vissuto questa scelta? Per ognuno sarà stato diverso. Per molti, immaginiamo, un passaggio sofferto, caratterizzato dalla paura di sbagliare e finire in una situazione di stallo. Sabrina Caspani questo sentimento lo conosce bene. Lo ha provato come madre e lo vive quotidianamente con il suo lavoro di consulente per il progetto Lugano Network e, in particolare, per l’iniziativa «È il momento di scegliere», lanciata dalla Città due anni fa per aiutare i giovani luganesi ad affrontare la delicata fase di transizione.
Dare tempo al tempo
Un ruolo importante lo giocano ovviamente i genitori, con cui i consulenti mirano a creare una sorta di alleanza, anche se negli ultimi anni, in questo equilibrio, qualcosa sta cambiando. «Vedo sempre più ragazzi e ragazze arrivare da me senza la mamma o il papà – constata Caspani – e noto che spesso si comportano in maniera diversa quando mi incontrano da soli: sembra che si sentano più liberi di esprimersi». Intendiamoci, l’opinione della famiglia continua ad avere un peso importante nella scelta finale, se non altro perché implica un certo investimento economico. Inoltre, spesso i giovani seguono la strada suggerita dai genitori, che a volte è la stessa seguita da loro in passato. «Una volta un ragazzo mi disse che i suoi gli avevano consigliato di frequentare il liceo. Lui lo aveva fatto, ma evidentemente non era la sua strada: ha dovuto cambiare due volte scuola prima di capirlo. Tutto, comunque, si è risolto per il meglio e la famiglia, riconoscendo l’errore, si è dimostrata disponibile durante le mie consulenze con il ragazzo». Come devono muoversi, quindi, mamme e papà? Tra il timore di imporsi troppo e quello di non farlo a sufficienza, la consulente di Lugano Network invita prima di tutto, scherzosamente, «a respirare», e poi a «dare tempo al tempo»: «Ogni ragazzo ha ritmi diversi e il mio consiglio è quello di rispettarli. È giusto indicare una via ai figli, ma senza assillarli».
«E se facessi l’influecer?»
La pressione e le aspettative dei genitori, comunque, sono solo uno dei fattori che influenzano la scelta del percorso post obbligatorio. Determinanti, secondo uno studio del 2021 di Pro Juventute, sono soprattutto gli sbalzi emotivi legati alla crescita e il contesto scolastico, che va dal rendimento personale ai rapporti con i compagni e i professori. In base all’indagine, un terzo degli svizzeri fra i nove e i quindici anni risulta essere sottoposto a livelli di stress sopra la media, anche il loro tempo libero viene spesso riempito con l’uso dei social network e di altri contenuti multimediali. A proposito: qualcuno magari, vedendo il successo di pubblico ed economico che hanno alcuni influencer, penserà di intraprendere quella via professionale. Caspani ce lo conferma, anche se spesso, quando è emerso durante i colloqui, si è trattato di una battuta. «Che decidano o meno di seguire questa strada, credo che i giovani sappiano quanto è importante continuare il loro percorso scolastico o professionale per avere una formazione di base». Influencer o no, il mondo digitale sembra attirare sempre più l’interesse dei giovani luganesi. «In generale sono i maschi ad avvicinarsi di più a questo ambito, ma ultimamente vado sempre più ragazze interessate». Per chiunque voglia esplorare questo settore, Lugano Network propone l’appuntamento mensile «Incontra le professioni» di mercoledì 15 marzo dalle 13.45 alle 15.30, a cui seguirà, il 19 aprile, un momento informativo dedicato al lavoro di impiegato di commercio.