Vallemaggia

Scenari aggregativi alla lente

Il Municipio di Avegno Gordevio ha avviato uno studio preliminare per valutare i pro e i contro di un matrimonio con Maggia, che prima di parlare di unione chiede di intensificare le collaborazioni – In considerazione anche altri legami
Avegno (fotopedrazzini.ch)
Nadia Lischer
17.12.2018 06:00

VALLEMAGGIA - Scenari aggregativi alla lente nella Bassa Vallemaggia. Il Municipio di Avegno Gordevio ha recentemente avviato uno studio preliminare per valutare i pro e i contro di un’eventuale unione con Maggia. Così come indicato nel Piano cantonale delle aggregazioni (PCA).

«L’intenzione è di sottoporre i risultati della valutazione al Consiglio comunale entro la fine del prossimo anno», fa sapere al Corriere del Ticino il sindaco Mario Laloli, spiegando che «attualmente è in corso la raccolta di tutti i dati necessari». Sì, perché quando si parla di matrimonio bisogna prendere in considerazione ogni cosa: dagli aspetti finanziari alla solidità della relazione, data non solo da un’intesa sui temi più disparati ma anche dalla capacità di individuare soluzioni condivise e di sostenersi a vicenda. E proprio le collaborazioni rappresentano per Maggia un fattore importante per poter iniziare a parlare di unione con Avegno Gordevio. «Per il momento lo scenario indicato nel Piano cantonale delle aggregazioni non entra in linea di conto. Prima intraprendere eventuali studi occorre intensificare le collaborazioni, soprattutto di tipo tecnico e amministrativo», spiega al CdT il sindaco Aron Piezzi. «Per poi – aggiunge –, se dovesse andare tutto in porto, giungere spontaneamente a una fusione politica, nel medio-lungo termine». I due Comuni, va detto, già collaborano in vari settori, a partire da quello formativo, con la condivisione dell’istituto scolastico. Istituto, lo ricordiamo, interessato da un importante progetto di risanamento e ampliamento – in più fasi –, per un investimento complessivo di 20,6 milioni di franchi. Anche per questo motivo, nell’ottica di una aggregazione, l’intenzione è di chiedere al Cantone di «stanziare maggiori contributi rispetto a quelli ora ipotizzati (ndr, circa 3 milioni di franchi)», commenta il sindaco di Avegno Gordevio. Ma, come detto, è ancora prematuro parlare concretamente di matrimonio e aiuti finanziari. «Prima – ribadisce Laloli – vanno valutati i pro e i contro di una fusione. Non solo con Maggia ma anche, eventualmente, con Terre di Pedemonte». Un’ipotesi non contemplata nel PCA: «Ma teniamo aperta anche questa porta dato che abbiamo dei problemi in comune, quindi, da risolvere assieme». «Non è volontà del Municipio guardare al di là della Vallemaggia – si affretta ad aggiungere il sindaco –, siamo lungi dal farlo, ma al Legislativo è giusto presentare uno studio in cui sono tenute in considerazione tutte le tematiche e problematiche che ci riguardano». In ogni modo, «di una fusione vera e propria con Terre di Pedemonte non ne abbiamo mai parlato», conclude Laloli.

Il piano delle aggregazioni

Secondo il Cantone i processi aggregativi già attuati nella Bassa Vallemaggia (la fusione tra Aurigeno, Coglio, Giumaglio, Lodano, Maggia, Moghegno e Someo nel Comune di Maggia, lo ricordiamo, risale al 2004; mentre quella tra Avegno e Gordevio al 2008) hanno consentito significativi riordini amministrativi e il risanamento finanziario dei due Comuni. «Un ulteriore consolidamento in un’unica entità locale – viene sottolineato nel PCA – consente una visione d’insieme e una gestione coordinata delle risorse locali». Inoltre, una fusione tra Maggia e Avegno Gordevio «rende possibile una promozione più efficace delle infrastrutture e un migliore coordinamento dell’offerta di servizi. Il rafforzamento istituzionale porterà, infine, maggiore forza al ruolo di congiunzione di questo comprensorio tra la limitrofa realtà urbana dell’agglomerato locarnese e quella più alpina della parte alta della valle».