Biasca

Scendere sul ghiaccio non è mai stato così bello

Dopo 52 giorni appena ha potuto riaprire la pista rivierasca: lo scorso 7 settembre metà tetto era stato distrutto dall’incendio le cui cause non sono ancora note - Durante la giornata di grande festa è stato sottolineato l’enorme lavoro svolto dalle maestranze - I danni ammontano a 2,5 milioni di franchi
La «Biascarena» è tornata alla popolazione e alle società che ne fanno capo in tempi record. © Ti-Press/Elia Bianchi
Alan Del Don
29.10.2023 18:30

«Sa cosa le dico? Che sembra quasi più bella di prima». Dalle lacrime ai sorrisi in 52 giorni. La pista di ghiaccio di Biasca ha riaperto i battenti oggi, domenica, dopo l’incendio che, il 7 settembre scorso, aveva danneggiato metà tetto. Una giornata di festa, dopo la preoccupazione, per omaggiare le ditte che hanno lavorato alacremente per consentire alla popolazione ed ai numerosi club (di hockey, come l’HCAP, e di pattinaggio) di riappropriarsi della struttura comunale. Società che avevano dovuto trovare, in tempi rapidissimi, un’alternativa (individuata in primis negli impianti di Faido e Bellinzona) per svolgere gli allenamenti. Un grazie corale è andato simbolicamente al Municipio che si è prodigato per evitare che la saracinesca della «Biascarena» rimanesse abbassata troppo a lungo, soprattutto alla luce di quanto detto in precedenza e della stagione «fredda» oramai entrata nel vivo.

Le indagini proseguono

Non ci siamo dimenticati dell’inchiesta volta a chiarire le cause del rogo scoppiato quel maledetto giovedì verso le 12.30. È ancora in corso e allo stato attuale è inutile azzardare ipotesi. Quel che è certo è che le fiamme hanno provocato danni per 2,5 milioni di franchi. Una cifra che, attenzione, è relativa esclusivamente alla pista. Come è noto, infatti, l’incendio ha distrutto pure poco più della metà dell’impianto fotovoltaico posato nel 2000 dalla Società elettrica Sopracenerina e dall’Azienda elettrica ticinese. Un impianto che aveva altresì reso più difficili le operazioni di spegnimento durate circa tre ore.

Dal pattinaggio all’hockey

Ora è però tempo di guardare avanti. Il peggio è passato. E ciò è soprattutto merito delle imprese che non hanno lesinato sforzi per consentire una riapertura più celere possibile della struttura edificata nel 1992. Un intervento d’urgenza. E proprio per questo l’Esecutivo del Borgo rivierasco ha fatto affidamento sulle maestranze che si erano occupate di rifare il tetto quattro anni or sono. Un «enorme ed incredibile lavoro», quello delle ditte e degli enti di pronto interventi subito accorsi per domare le fiamme, secondo il Municipio. Ai quali è stata dedicata la giornata all’insegna del divertimento e dello sport. Sono scesi sul ghiaccio il locale club di pattinaggio, alcuni giocatori della prima squadra dell’HCAP e, infine, il sodalizio femminile biancoblù (per un emozionante ritorno a casa) che ha sfidato il Neuchâtel.