Schoenenberger tuona, i socialisti si arrabbiano

Terremoto a sinistra. L’ha provocato l’ex coordinatore dei Verdi Nicola Schoenenberger che, su La Regione, ha definito la municipale del PS Cristina Zanini Barzaghi «non rappresentativa della sinistra», «debole», «non all’altezza del compito», senza coraggio e capacità «di opporsi all’andazzo maggioritario imposto dalla destra», priva di «capacità gestionale» e di «peso politico». Non è andata molto meglio ai compagni di partito Tessa Prati, Carlo Zoppi e Mattea David, che a detta di Schoenenberger non sono adatti a prendere il posto della municipale, «quantomeno oggi». Parole che non sono passate inosservate.
«Le riflessioni sono pesanti e ineleganti, fatte solo dopo che lascia la politica» dice Filippo Zanetti, copresidente del PS cittadino. «Non capiamo perché si lamenta di Cristina; forse perché non è mai riuscito a superarla alle elezioni. La nostra municipale sta portando avanti il terzo mandato in un contesto non semplice. Date le imminenti elezioni cantonali e i relativi contatti tra partiti di area – conclude – più che attaccare il PS luganese, sembra che Schönenberger si sita mettendo di traverso ad una candidatura di Gysin al Consiglio di Stato».
Giocano per due squadre
Il contrasto rilancia l’annoso dibattito sul ruolo dei municipali che, per usare una metafora sportiva, giocano contemporaneamente in due squadre: una è il Municipio, l’altra il loro partito. Qual è la più importante? Ne abbiamo parlato con l’ex consigliere comunale socialista Martino Rossi. «Che il PS non presenti candidati carismatici o idonei alla funzione di municipale è un’opinione che può anche essere condivisa – dice – ma non parlerei di una scelta voluta dal partito: è una questione di persone a disposizione, non si possono inventare i candidati ideali se non ci sono».
Rossi parla anche per esperienza, essendo stato membro della commissione cerca. «Non è semplice trovare candidati forti. E quando si trovano, non è detto che facciano l’unanimità. Ricordo la volta in cui avevamo presentato Patrizia Pesenti e Nenad Stojanovic: non si può dire che non fossero forti, ma ad alcuni non piacevano, ed entrambi alla fine avevano desistito». Dal passato riaffiora un altro spunto legato alla situazione attuale: anche il compianto municipale socialista Giovanni Cansani a volte si scontrava col suo partito – e Rossi lo sa bene, perché allora era capogruppo – per il fatto di essere allineato con i compagni di Municipio. Tempi diversi, persone diverse, stesso principio. «Gli esecutivi – osserva Rossi – sono basati sulla concordanza e hanno una logica diversa da quella del gruppo in Consiglio comunale, che a sua volta ha una logica diversa da quella della sezione. Tra queste logiche non può esserci un appiattimento, con l’assemblea della sezione che dà degli ordini agli eletti. La loro autonomia va riconosciuta. Anche perché entrare in un Esecutivo per fare sistematicamente opposizione è impossibile e improprio: serve per forza una convergenza». Parole, quelle di Rossi, che «assolvono» Zanini Barzaghi dall’accusa di non fare abbastanza opposizione. L’ex capogruppo mette però un asterisco: «Il municipale in queste situazioni non deve offendersi. Deve sapere che può essere criticato se prende una posizione più vicina a quella del Municipio che a quella del suo partito. E poi dovrebbe sapersi distanziare dalle decisioni su cui non è riuscito a imporre il suo pensiero. Certo, è più facile a dirsi che a farsi. Cristina – conclude Rossi – forse è più una tecnica che una politica, ma si è impegnata ed è competente nei suoi ambiti. Di sicuro per chi non fa parte di un Esecutivo è più semplice assumere certe posizioni. Per lei non lo è». Insomma, si è fra due fuochi. A meno di seguire il consiglio di Schoenenberger e restare volutamente fuori dal Municipio, per essere più liberi di fare opposizione. Non è un tema nuovo a sinistra, ma non sembra attuale. Il PS correrà per il Municipio. Deve solo capire con quali alleati. E con quali candidati. Zanini Barzaghi è uscente, ma per una sua ricandidatura è necessaria una deroga al limite delle tre legislature. Sarà un tema in casa PS, in ogni caso.