Gran Consiglio

Scuola e parità di genere, un invito può bastare

Bocciate le mozioni di Più Donne e MPS che chiedevano una maggiore attenzione alla tematica nella scuola
©Gabriele Putzu
Paolo Gianinazzi
18.09.2023 19:01

Niente da fare, in Gran Consiglio, per le mozioni di Più Donne e MPS che, in estrema sintesi, chiedevano una maggiore attenzione nel mondo della scuola ticinese per il tema della parità di genere. Per la maggioranza dei deputati, infatti, quanto si sta facendo (e si farà) su questo fronte è sufficiente. I due atti parlamentari sono stati bocciati dal plenum per 33 voti a 47. Allo stesso tempo, però, il Gran Consiglio – adottando il rapporto della Commissione formazione e cultura, relatori Aron Piezzi del PLR e Nara Valsangiacomo dei Verdi – ha voluto formulare un invito al Governo affinché continui «a sostenere le iniziative dei vari ordini di scuola e di altre istituzioni» nella promozione delle pari opportunità e dell’educazione di genere.

Nel dettaglio, come ricordato dalla mozionante Tamara Merlo, la proposta di Più Donne prevedeva di organizzare ogni anno una «giornata di riflessione» con le allieve e gli allievi delle scuole dell’obbligo sul tema della parità di genere e della lotta agli stereotipi e alle discriminazioni. Inoltre, si proponeva un rafforzamento della formazione continua per i docenti su queste tematiche. «Siamo immersi negli stereotipi di genere – ha affermato Merlo nel suo intervento–. E dobbiamo impegnarci tutti, ma è soprattutto a scuola che la lotta per smantellare gli stereotipi è fondamentale». Ricordando la recente discussione sull’agenda scolastica, il deputato Matteo Pronzini (MPS) ha invece rimproverato ai colleghi di mancare di concretezza: «Una cosa è il teatrino dei dibattiti (ndr. riferito all’agenda), ma poi quando bisogna passare dalle parole ai fatti le posizioni dei partiti, di Governo e non, appaiono molto più vicine. E il no a questa mozione ne è la conferma».

Dal canto suo il relatore del rapporto Aron Piezzi (PLR) ha ribadito che, secondo la maggioranza, «non è compito del Parlamento decidere quali giornate tematiche debbano svolgersi nelle scuole», così come non è suo compito «decidere quali corsi di formazione debbano seguire i docenti». In questo senso Piezzi ha quindi rimarcato l’importanza di lasciare autonomia agli istituti scolastici e di evitare imposizioni dall’alto.

La direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti, dopo aver ribadito che il Governo condivide l’intento delle mozioni, ha ricordato quanto il dipartimento ha già fatto su questo fronte (ad esempio con le nuove direttive sui comportamenti inadeguati presentate lo scorso giugno) e anche quanto intende fare nei prossimi mesi. Carobbio ha infatti annunciato che proprio in questi giorni è previsto un incontro con il Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) voluto «nell’ottica di potenziare la formazione dei docenti in questo ambito».

Insomma, alla fine della discussione (a tratti anche accesa), a spuntarla è stata la linea della Commissione. L’invito fatto al Governo nel prestare più attenzione a queste tematiche (fatto proprio anche da Carobbio Guscetti) può bastare.