Scuole medie: "A Besso no"

LUGANO - «È una questione di principio, che va oltre il mio caso personale». Non si arrende Eilon Angert, padre di uno degli allievi che avrebbero dovuto iniziare le scuole medie in centro città, dove abitano, ma che il Cantone, modificando i confini dei comprensori, ha dirottato verso la sede di Besso. A due mesi dall'inizio dell'anno scolastico la vertenza è ancora aperta. È di questi giorni infatti un ricorso di Angert al Tribunale cantonale amministrativo, per tramite dell'avvocato Marco Bertoli, contro la recente decisione del Consiglio di Stato che di fatto ha negato l'annullamento della direttiva sui comprensori (che prevede lo spostamento degli allievi) stabilita dal Dipartimento educazione, cultura e sport (DECS) e dovuta alla necessità di riequilibrare il numero di studenti in ambedue gli istituti. Di conseguenza è stato negato anche l'effetto sospensivo (che permetterebbe agli allievi di tornare a scuola in centro in attesa di una decisione definitiva).
La vicenda inizialmente riguardava sei famiglie, poi un allievo ha ottenuto di poter restare in centro a causa di una situazione personale particolare, tre si sono adattati ad andare a Besso, uno si è iscritto a una scuola privata. Rimane quindi in campo solo la famiglia Angert, che ha deciso di andare avanti convinta della propria posizione anche a seguito di una prima sentenza del Tram, datata 22 settembre, che aveva parzialmente accolto il loro ricorso (e di altre tre famiglie) sulla richiesta di concedere l'effetto sospensivo. Alla base della decisione la carenza di motivazioni addotte dal Governo. Il Tram aveva quindi rinviato la palla nel campo del Consiglio di Stato, chiedendo di pronunciarsi nuovamente in modo più completo sull'effetto sospensivo. Il 21 ottobre è arrivata la decisione, riguardante però la modifica della direttiva sui comprensori (contro cui le famiglie avevano ricorso in precedenza) facendo di conseguenza cadere anche la possibilità di effetto sospensivo.«Un salto logico arbitrario» secondo i i diretti interessati, che hanno di nuovo ricorso al Tram nei giorni scorsi contro le decisioni del Governo, perché a loro giudizio «ledono il diritto e manifestano abuso di potere di apprezzamento, nonché errato accertamento dei fatti».
È dimostrato infatti - si legge nel testo del ricorso - che la tanto decantata esplosione demografica che toccherebbe la sede di Lugano 1 è inesistente. «Nelle valutazioni iniziali - continua - il DECS argomentava sulla tendenza di aumento degli allievi presso la sede di Viale Cattaneo, che non avrebbero avuto in futuro spazio a sufficienza». Si fa poi riferimento alla risposta a un'interpellanza parlamentare, in cui si ribadiva «che per la sede di viale Cattaneo occorreva reagire subito in quanto, per i troppi allievi previsti, non si sarebbe riusciti a contenere/mantenere il numero di prime classi in 3 sezioni, anzi sarebbe stato necessario formare 4 prime».Ma la verità è esattamente l'opposto rilevano i ricorrenti: «l'anno scolastico entrante ha due sole sezioni di prima!». Di conseguenza nei prossimi anni le classi successive rimarranno sotto la soglia delle tre sezioni. In tal senso - concludono - «le argomentazioni di sentenza che sostengono il cambiamento di direttiva proiettandone l'efficacia sui 4 anni, muovono da un assunto palesemente errato». In via subordinata il ricorso chiede nuovamente l'effetto sospensivo, affinché la figlia di Angert possa tornare da subito a Lugano1.