Malcantone

Scuole: Pura «boccia» l’istituto congiunto

Il Municipio propone al Consiglio comunale di avallare la disdetta della convenzione – Gli aggiornamenti della chiave di riparto proposti da Lema e Tresa «comportano aumenti significativi dei costi» – Si guarda a una collaborazione con Caslano e Magliaso: entrambi i Comuni sono disponibili
© CdT/Gabriele Putzu

Cara scuola, ma quanto mi costi? Troppo, per il Municipio di Pura, il quale ha approvato negli scorsi giorni all’attenzione del Consiglio comunale un messaggio per la disdetta della convenzione per la direzione congiunta degli istituti scolastici con Tresa e Lema. Politicamente parlando è una scelta destinata a far rumore. Doverosa premessa: la convenzione era stata siglata nel 2014 con gli allora Comuni di Astano, Bedigliora, Croglio, Curio, Miglieglia, Monteggio, Novaggio, Ponte Tresa e Sessa. Le recenti aggregazioni, che hanno portato alla nascita di Tresa e Lema, rendono necessario un aggiornamento dell’accordo, e in particolare delle nuove chiavi di ripartizione dei costi. E Pura vuole chiamarsi fuori, strizzando l’occhio a Magliaso e Caslano. Come appurato dal Corriere del Ticino, il messaggio comunale è stato approvato giovedì scorso. Qualora venisse avallato dal Legislativo, la convenzione verrebbe disdetta con preavviso di sei mesi prima della fine dell’anno scolastico (il 30 giugno 2026).

Il problema in cifre

L’attuale chiave di riparto prevede una percentuale del 50% dei costi diviso in parti uguali per ogni Comune e il restante 50% in funzione del numero di allievi (parliamo di 410 studenti per 21 sezioni scolastiche). Le motivazioni alla base della disdetta di Pura sono sostanzialmente quattro, tra cui (forse) la più importante: gli aggiornamenti della chiave di riparto proposti da Lema e Tresa «comportano aumenti significativi dei costi per il nostro Comune per le stesse prestazioni». Oltre al fatto che una possibile convenzione con Caslano e Magliaso è vista come «più vantaggiosa» per Pura. Nel dettaglio, il Comune di Lema ha proposto una riduzione dei costi fissi al 20% e la sostituzione del criterio «numero di allievi» con quello del «numero di servizi» ponderato all’80%. Il che comporterebbe un aumento di quasi 11 mila franchi per Pura. Per Tresa, invece, la proposta di Lema porterebbe a un aumento dei costi del 43%, suggerendo quindi una percentuale del 30% da dividere in parti uguali e la rimanza (70%) in funzione del numero di allievi. Questa chiave di riparto, secondo Pura, peserebbe sulle sue casse comunali con un aumento di oltre 17 mila franchi. Niente da fare, quindi. La ricetta di Pura, invece, prende spunto dalla convenzione in vigore proprio tra i Comuni di Caslano e Magliaso che si basa unicamente sul numero delle sezioni scolastiche.

Matrimonio in vista?

Come detto, Pura ha strizzato l’occhio proprio a Caslano e Magliaso. I due Municipi, in altrettante lettere datate 12 e 13 novembre, si sono detti favorevoli all’integrazione di Pura nella direzione scolastica congiunta già in vigore in questi due Comuni. L’eventualità è da approfondire, ma nelle missive viene evidenziato come i tre Enti locali condividano un territorio scolastico omogeneo, caratterizzato da dinamiche sociali e organizzative affini e da una naturale complementarità dei servizi. Per il Municipio di Pura, questo «matrimonio» permetterebbe «la riduzione dei costi complessivi», «possibili sinergie amministrative e pedagogiche», «un’ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie», «maggiori opportunità di interscambio di docenti e allievi» e «una migliore pianificazione strategica in vista di eventuali future aggregazioni».

Non è sostenibile

Detto dell’istituto scolastico, martedì 11 novembre il Municipio di Pura ha invece approvato il messaggio per abrogare la convenzione per l’organizzazione dell’ufficio tecnico intercomunale con Bedigliora, Curio, Miglieglia, Novaggio. In questo caso, niente maretta. La decisione, maturata dopo la costituzione dl nuovo Comune di Lema, è stata presa dai Comuni coinvolti, i quali sono giunti alla conclusione che il rinnovo o la modifica della convenzione non è sostenibile.

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