Lugano

Se a scaldare Cornaredo sarà dell’energia di scarto

Agenzia NQC e AIL hanno ottenuto la licenza edilizia per costruire il «cuore pulsante» delle rete anergetica a circuito chiuso del nuovo quartiere - È una soluzione innovativa e «green»: chi ha calore da smaltire lo dà a chi ne ha bisogno
Una centrale termica installata da AIL presso un utente già allacciato alla rete. ©AIL
Federico Storni
16.07.2021 06:00

Costruire un nuovo quartiere praticamente da zero permette, volendo, di far capo alle tecnologie più innovative. E l’Agenzia NQC (Nuovo Quartiere di Cornaredo), almeno in ambito energetico, ha deciso di percorrere proprio questa strada. L’ha fatto optando per creare, con le AIL, una rete anergetica (non è un refuso) a circuito chiuso che permetterà in maniera particolarmente ecologica di riscaldare e raffreddare palazzi e strutture del quartiere. Rete anergetica che nelle scorse settimane ha ottenuto la licenza edilizia per costruire il suo «cuore pulsante», come l’ha definito Michele Broggini, vicedirettore e responsabile Area gestione reti di AIL, che abbiamo raggiunto per farci illustrare di cosa si tratti esattamente.

Alla base, l’acqua

Alla base della rete ci sarà l’acqua, il vettore che permetterà di scambiare calore per produrre energia termica: «All’inizio si era anche discusso di costruire una centrale di teleriscaldamento classica a cippato o simili, – ricorda Broggini – ma avevamo già a disposizione una rete di distribuzione di acqua industriale, facente capo a quella che serve per il raffreddamento del vicino centro di calcolo». In altre parole, vi era già parte dell’infrastruttura necessaria e, con qualche accorgimento, la si potrà utilizzare per creare la rete anergetica. Ma come funzionerà? «Tramite la costruzione di una centrale di scambio (il cuore pulsante, ndr) che sorgerà, interrata, di fianco a una stazione di pompaggio fra il centro di calcolo e la caserma dei pompieri, potremo creare un circuito chiuso in cui scorrerà sempre la stessa acqua – spiega Broggini. - Circuito che metterà in rete chi ha energia di scarto da smaltire e chi ne ha bisogno per riscaldare i propri locali». In altre parole, l’acqua da un lato permetterà di raffreddare quelle strutture che ne abbisognano (ad esempio il centro di calcolo, la Cornèr Arena, il Polo sportivo quando e se sorgerà), dall’altro tramite condutture potrà portare questo calore a chi avrà interesse a utilizzarlo. In questo senso il centro di calcolo può essere visto un po’ come salvagente, in quanto malgrado non sia parte del circuito chiuso, tramite la futura centrale di scambio aiuterà a mantenere in equilibrio la rete anergetica cedendole calore (ma non acqua) all’occorrenza.

«Un leasing tutto compreso»

La rete funzionerà con quella che normalmente sarebbe energia di scarto («anergia» in termini tecnici, da cui il nome), o energia a bassa temperatura. Energia che per essere sfruttata abbisogna di termopompe, e qui subentra un altro aspetto innovativo del progetto. Perché a esse ci penseranno le AIL. Per tutti coloro – privati ed enti pubblici – che vorranno allacciarsi alla rete saranno le AIL a installare le termopompe negli edifici. Gli utenti pagheranno invece una tassa base e una in base al consumo effettivo di energia termica. Questo a vantaggio degli investitori, che non devono sobbarcarsi il costo dell’installazione della termopompa, e delle AIL stesse, che avranno così un colpo d’occhio sull’intera rete e potranno ottimizzarla meglio che se si trattasse di tante termopompe indipendenti. Anche l’investimento è tutto sommato contenuto, rispetto a un teleriscaldamento: Oltri agli investimenti specifici nelle singole termopompe, il costo principale della rete sarà dato dalla costruzione della centrale di scambio, stimato in 5 milioni.

Dal punto di vista dell’utente, Broggini paragona questo sistema di «contracting» a «un leasing tutto compreso con gomme e benzina». La soluzione, continua il nostro interlocutore, sta trovando favori fra chi è già presente nell’NQC ed è di fatto già in funzione, anche se non con il principio del circuito chiuso. Quando fra qualche anno la centrale sarà pronta e vi sarà la conversione, chi è già allacciato non si accorgerà nemmeno del cambiamento.

Il peso dello sport

L’inaugurazione della rete dipenderà dalla realizzazione della centrale di scambio, che richiederà circa due anni. Ma per partire con i lavori le AIL e l’Agenzia NQC intendono attendere l’esito del referendum sul Polo Sportivo, in quanto esso diverrebbe uno dei principali clienti della rete. E il suo farsi o non farsi (e in che forma farsi) potrebbe avere alcune ripercussioni sul dimensionamento della centrale di scambio. Accennato di alcuni privati che hanno già provveduto ad allacciarsi, chi è in trattativa per farlo è la Fondazione Francesco per il restauro della Masseria di Cornaredo. È già invece allacciata parte della Cornèr Arena: per l’esattezza lo snebbiatore costruito di recente. L’aspettativa è che in futuro possano essere integrate anche le macchine per fare il ghiaccio (che, con lo snebbiatore, immetterebbero per diversi mesi calore nella rete), ma bisogna attendere un progetto di risanamento della struttura di cui si sta discutendo ormai da un po’.

«La rete valorizzerà l’energia di scarto di vari processi senza ricorrere a combustibili fossili per produrre calore – riassume Broggini. – E con la stessa infrastruttura, si potrà fare sia raffrescamento che riscaldamento».

Roberto Lurati lascia la presidenza

La rete anergetica è uno degli ultimi progetti dell’NQC sviluppati sotto l’occhio del presidente dell’Agenzia Roberto Lurati, che lascerà la carica. Ed è fonte di grande soddisfazione: «È un tema che portavamo avanti da tanti anni e che finalmente vede la luce. Crediamo sia all’avanguardia: un vettore energetico estremamente pulito e che permetterà di abbassare di netto i costi di consumo».

Lurati, sindaco di Canobbio e e presidente dell’Agenzia NQC dal 2012, anno della sua costituzione, si dimetterà a breve, con il rinnovo delle cariche. Da noi raggiunto al proposito, ha motivato la propria decisione affermando di aver deciso di ridurre gli impegni connessi all’attività politica (non solo nell’Agenzia, quindi). Il distacco non sarà però totale: resterà attivo quale membro supplente della stessa di modo da poter alla bisogna dare ancora il suo contributo e la sua conoscenza all’ente.