«Senza Rabadan sarà un duro colpo, ma prima viene la salute»

Bellinzona si è risvegliata come tutte le mattine, oggi, con il sole a fare lentamente capolino dal Castelgrande. Ma nei bar, tra la gente, l’atmosfera era diversa. Un unico tema di discussione. E la seguente affermazione a fare da fil rouge alla discussione: «Te vischt, i fa gnanca ‘l Rabadan nal 2021 par colpa dal coronavirus». Eh sì, il prossimo inverno sarà con ogni probabilità privo di carnevali in Ticino. Compreso quello della Turrita, fra le manifestazioni più grandi e attese del Cantone. I quattro principali organizzatori dei bagordi a Sud delle Alpi (oltre alla Turrita anche Chiasso, Tesserete e Biasca, con Roveredo pronto ad aggregarsi) si sono detti pronti a rinunciare alla prossima edizione a causa delle troppe incognite legate all’emergenza sanitaria. E in particolare alla temuta seconda ondata che, stando agli esperti, dovrebbe arrivare in autunno.
«Non è come senza Film Festival»
Il sindaco Mario Branda dovrebbe essere contento, perché per sei giorni non sarebbe costretto a cedere le chiavi della capitale a Re Rabadan. Scherzi a parte, anche per lui si tratta di «una brutta notizia. Per Bellinzona il carnevale è un appuntamento importantissimo. Capisco, ovviamente, gli organizzatori. Si tratta pertanto di una scelta ragionevole che dimostra senso di responsabilità e massima prudenza» di fronte al nemico invisibile contro il quale stiamo purtroppo lottando da mesi.
Sulla stessa lunghezza d’onda è il direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino Juri Clericetti: «Assieme a quelli di Basilea e Lucerna il Rabadan è il carnevale principale in Svizzera. È un peccato se effettivamente non dovesse esserci nel 2021. Al di là della tradizione che si interromperebbe per un anno, va considerato l’impatto che una simile manifestazione ha sul turismo in Città e nel comprensorio». Gli alberghi durante i frizzi e lazzi «sono sempre pieni. Arrivano turisti da oltralpe e anche dall’Italia. Senza dimenticare l’occupazione delle case secondarie. Sarebbe insomma un duro colpo, soprattutto alla luce del fatto che nel periodo invernale la nostra regione, oltre agli impianti sciistici, non è che abbia tantissimo altro da offrire. Mi spiego meglio: il Locarnese ha saputo far fronte alla grande all’edizione particolare del Film Festival, diversa dalle precedenti per via della COVID-19, in quanto in estate il distretto offre comunque delle validissime alternative per i turisti. Parliamo, ripeto, di estate e non di inverno. Difficilmente dunque potremmo fare altrettanto senza Rabadan (il carnevale dovrebbe o, meglio, avrebbe dovuto andare in scena dall’11 al 16 febbraio 2021; ndr.)». Una Turrita orfana dei frizzi e lazzi per antonomasia non fa fare salti di gioia nemmeno agli esercizi pubblici, stando a quanto ci hanno riferito alcuni gerenti.
Gli Sgaffy... son filosofici
E a questo proposito chi ha il carnevale che scorre nelle vene era già rassegnato da un po’ all’idea che nel 2021 difficilmente si sarebbe potuto festeggiare. «La decisione non è un fulmine a ciel sereno. È giusto così: la salute viene prima di tutto», afferma Davide Cereghetti, presidente de La Castello Bene di Castel San Pietro, tra i carristi più conosciuti del Ticino. Sarebbe stato troppo rischioso investire in tempo e denaro preparando il carro e i costumi e poi, magari, non poter nemmeno sfilare: «Si parla di una cifra attorno ai 10.000 franchi ogni anno». Concludiamo con gli Sgaffy, cover band di Arbedo che anima numerosi bagordi della Svizzera italiana: «Il carnevale per noi bellinzonesi è sempre stata fonte di ispirazione. È lì che nascono le canzoni, è il momento in cui tutti riescono ad essere veri pirati liberi. Ci adattiamo per il bene di tutti. Come dice il nostro personaggio Olimpio intant in Tisin l’è carnevaa tütt l’ann!».
