Si era intascato imposte alla fonte per mezzo milione, condannato

Centottanta aliquote giornaliere da 210 franchi per un importo complessivo di 37 mila 800 franchi la pena (sospesa per due anni) decisa nei confronti dell'impresario italiano
Immagine d'archivio
Red. Lugano
26.11.2018 15:11

LUGANO - Un impresario italiano è stato condannato dalla Corte delle Assise Correzionali per appropriazione indebita d'imposte alla fonte. Centottanta aliquote giornaliere da 210 franchi per un importo complessivo di 37 mila 800 franchi la pena (sospesa per due anni) decisa nei suoi confronti dal giudice Marco Villa, che ha leggermente corretto verso il basso la proposta del procuratore pubblico Moreno Capella (210 aliquote).

Classe 1957, cittadino italiano residente in provincia di Como, l'imputato ha ammesso i fatti. Dal novembre del 2011, in qualità di responsabile e proprietario di una società edile, con la partecipazione di un'altra persona che non era in aula, l'uomo aveva tenuto per sé le ritenute d'imposta dei suoi dipendenti riguardanti il periodo fra il 2009 e il 2013 per un importo totale di 442 mila franchi.

Di quella somma, nel frattempo, ha già restituito 325 mila franchi ai competenti uffici cantonali. Dato che l'impresario, difeso dall'avvocatessa Caterina Jaquinta Defilippi, aveva riconosciuto completamente le sue colpe, il processo si è svolto con la procedura del rito abbreviato.

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