Sì, essere tifosi è davvero un mestieraccio

«Essere tifosi è un mestieraccio. Non è facile. Nelle discussioni sulla squadra, sulla partita, sul risultato, su qualsiasi cosa possa essere in relazione con il tifo, deve prendere posizione». Il giornalista della RSI Marzio Minoli sa benissimo di cosa parla. La sua «Santa Trinità», come la definisce ironicamente nel libro «Noi tifosi. Istruzioni per l’uso» (Fontanaedizioni), è contraddistinta dall’AC Bellinzona, dall’Hockey club Lugano e dal Tottenham.

Di questa sua passione che lo spinge 1-2 volte al mese a volare a Londra per sostenere gli Spurs, e di come l’ha messa nero su bianco nel volume fresco di pubblicazione, parlerà sabato 23 novembre alle 10.30 al bar Caffè Nosetto di Bellinzona. L’autore dialogherà con il caporedattore del Sopraceneri del Corriere del Ticino Alan Del Don. L’incontro è aperto a tutti.

Marzio Minoli, un bellinzonese DOC oramai trapiantato nel Luganese, dopo aver lavorato in banca si è dato al giornalismo. Ha vissuto anche a Zurigo e a Madrid, dove è rimasto affascinato, rispettivamente, della pista di hockey (il vecchio Hallenstadion) e della mitica arena del Real, il Santiago Bernabeu. La sua assidua frequentazione delle piste e degli stadi lo ha portato a distinguere tre categorie di pubblico: gli ultras, i tifosi e gli sportivi. Lui, evidentemente, si identifica in quella di mezzo.

Perché pure «la più pacata delle persone» può trasformarsi «in un tarantolato per qualche cosa che è successo e in fondo non lo vede protagonista». Il tifo è passione, sì, ma anche e soprattutto la condivisione delle emozioni. «È una patologia particolare. Sono rari i casi di guarigione», ci avverte l’autore.

Prima dell'appuntamento nella capitale ci sarà quello a Locarno, giovedì 21 novembre alle 18.30 al Bar Centro Luini. In questa occasione Marzio Minoli discuterà con Giorgio Genetelli (scrittore e commentatore a Blue TV), Stefano Marelli (caposervizio Sport a laRegioneTicino) e con il giocatore del Locarno Matteo Tosetti.