Progetto

Si levano i primi muri della nuova Valascia

Operai al lavoro per realizzare il nuovo stadio da 51 milioni dell’Hockey Club Ambrì-Piotta - Sul cantiere una decina di dipendenti del consorzio di imprese di costruzione, a breve arriveranno gli artigiani - LE FOTO
La situazione ieri, 4 ottobre. ©CdT/Chiara Zocchetti
Simone Berti
05.10.2019 06:00

«Ora si prosegue a regime, non ci sono ostacoli e si viaggia». Mentre a livello sportivo i ragazzi di Luca Cereda stanno cercando di ingranare dopo un inizio di stagione complicato, anche sull’altro fronte biancoblù, quello del mattone, i lavori proseguono. Lo conferma al CdT Emilio Cristina, direttore della Ennio Ferrari SA capofila del consorzio formato dalle imprese a cui è stata affidata la costruzione grezza del futuro stadio multifunzionale da 51 milioni di franchi all’aeroporto di Ambrì, che entro un paio d’anni dovrà sostituire la vecchia Valascia datata 1959, non più confacente e formalmente non ristrutturabile a causa del residuo pericolo di valanghe.

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

«Normale evoluzione»
Dopo l’attesa durata anni, le speculazioni e i dubbi sul finanziamento e la sostenibilità economica dell’investimento, il primo simbolico colpo di piccone (dicembre 2018), l’avvio vero e proprio del cantiere (la scorsa primavera-estate) e la pausa per le vacanze settoriali dell’edilizia, si fa sul serio dunque. «Per quanto concerne le opere di nostra competenza ora si lavora secondo il programma che porteremo avanti» aggiunge Emilio Cristina. Come si può vedere quotidianamente quasi live dalle immagini della webcam sul sito dell’HCAP, come abbiamo potuto constatare ieri sul posto ci sono le gru piantate così come gli impianti di betonaggio. «Sono in corso i drenaggi e si sta cominciando a realizzare le platee» spiega il direttore dell’impresa capofila che si occuperà di consegnare la struttura grezza. Il cantiere sta dunque seguendo «la sua normale evoluzione», e al momento nulla parrebbe parlare contro una conclusione dei lavori per il settembre del 2021, quando lo stadio dovrà essere pronto per ospitare gli incontri dei beniamini biancoblù. I tifosi stiano tranquilli, quindi: possono concentrarsi sul sostegno alla squadra, impegnata in una stagione che si annuncia quantomeno impervia, densa di appuntamenti e di battaglie sul ghiaccio. Attualmente sul cantiere sono attivi una decina di operai. Il consorzio guidato dalla Ennio Ferrari SA, ricordiamo, si completa con le ditte Quadri, Mancini e Marti, Taddei e Savioni.

Le prossime tappe
Dopo il primo tassello sul terreno scavato, ovvero le fondazioni del futuro stadio, il prossimo passo sarà costituito dai muri. Forse già entro la fine dell’anno le persone in transito sull’autostrada e i fan che settimanalmente raggiungono l’alta Leventina per assistere agli incontri casalinghi dell’HCAP potranno iniziare a veder spuntare qualcosa... A breve sul posto dovrebbero fare la loro comparsa anche i primi artigiani, tra elettricisti e sanitari. Progressivamente il cantiere si animerà. Con l’obiettivo comune di condurre in porto il progetto promosso dalla Valascia Immobiliare SA presieduta da Carlo Croci. Il futuro stadio multifunzionale avrà una volumetria di 117.000 metri cubi e conterà 7.000 posti (di cui 3.000 a sedere).

©CdT/Chiara Zocchetti
©CdT/Chiara Zocchetti

Il tassello più recente
L’investimento previsto è pari a 51,15 milioni di franchi, con ampi finanziamenti pubblici e tramite un pool di banche. Intanto, come abbiamo riferito negli scorsi giorni, il Consiglio di Stato ha autorizzato il finanziamento (per 3 milioni a opera conclusa) del rifugio da oltre 850 posti da inserire nella nuova struttura multifunzionale da destinare ai comuni di Dalpe, Prato Leventina e Quinto, una struttura che secondo la volontà del Cantone in materia dovrà garantire alla popolazione una sistemazione funzionale a fronte di situazioni particolari e straordinarie. Il Governo vuole così dare continuità a una strategia, già adottata ultimamente a Pianezzo, Cresciano e Torricella-Taverne, che prevede la progettazione di rifugi pubblici multifunzionali capaci, da un lato di dare una sistemazione rispettosa delle necessità individuali per le persone ospitate in caso di emergenza e, dall’altro, di poter essere utilizzati in tempo di pace per accogliere, su richiesta, truppe dell’esercito durante i corsi di ripetizione, squadre sportive o altre attività.