Si mette mano ai padiglioni per risolvere le criticità

Trecentoquarantuno segnalazioni di incidenti nel corso del 2023. Duecento in più di quelli registrati l’anno precedente. Sono le cifre che restituiscono le criticità vissute all’interno del quartiere di Casvegno, dove sono presenti i reparti della Clinica psichiatrica cantonale (dell’OSC). È anche per questo motivo che, sostanzialmente, si metterà mano a due strutture presenti all’interno del parco. Dando seguito al messaggio del Consiglio di Stato, è stata recentemente pubblicata la domanda di costruzione che mira alla ristrutturazione interna dello stabile Quadrifoglio e dello stabile Edera. Interventi per i quali è prevista una spesa di 5,3 milioni di franchi.
Le criticità, s’è detto. A febbraio il Consiglio di Stato spiegava che tramite un’indagine condotta sulle cause degli episodi di violenza erano state messe in luce dinamiche specifiche. Tra queste un’aggressività strettamente legata all’uso o allo spaccio di sostanze, episodi di violenza istigati o perpetrati da persone esterne non ricoverate, aggressività da parte di pazienti con lunghi periodi di degenza (aggravata dalle difficoltà di collocamento extra-ospedaliero), comportamenti violenti tra giovani ricoverati (con episodi che hanno visto anche la partecipazione di minori non ricoverati) e, per finire, conflitti all’interno del padiglione Quadrifoglio (con particolare intensità negli spazi comuni).
In particolar modo è emersa una correlazione significativa tra il numero di episodi di aggressività e alcune caratteristiche strutturali dei reparti, in particolare legata «all’elevata concentrazione di pazienti in fase acuta all’interno di un singolo padiglione». In tal senso, si sottolineava, «il padiglione Quadrifoglio si configura come un’area particolarmente critica». Di più: «La criticità è ulteriormente aggravata dalla libertà di movimento dei pazienti tra i diversi reparti, in assenza di vincoli strutturali che limitino tali spostamenti. L’aggregazione di pazienti provenienti da reparti differenti in ampi spazi comuni, come l’atrio d’ingresso o il cortile interno, trasforma talvolta questi luoghi in scenari di comportamenti aggressivi». In queste situazioni, non si nasconde, l’intervento del personale curante risulta spesso tardivo, sia per la distanza fisica dal luogo dell’incidente sia per le difficoltà operative legate alla presenza di numerosi utenti. La frequenza degli incidenti, oltretutto, contribuisce «a creare un clima di insicurezza che compromette la serenità operativa degli addetti». Un contesto, quest’ultimo che ha determinato un aumento degli infortuni tra il personale, con conseguenti «perdite di giornate lavorative e anche un aumento delle dimissioni».
Lo scambio
Ecco, dunque, gli interventi per far sì che i reparti possano essere riorganizzati. Nella relazione tecnica allegata alla domanda di costruzione si legge che «attualmente le persone con problemi di dipendenza da sostanze si trovano nello stabile Quadrifoglio, in una situazione nella quale la distribuzione degli spazi facilita l’allontanamento dei pazienti, l’ingresso di stupefacenti e la proliferazione di episodi violenti. I pazienti in età geriatrica, invece, si trovano all’interno dello stabile Edera, in una situazione non adatta a persone con particolari necessità o disfunzionalità motorie». Da qui l’esigenza di «intervenire radicalmente sulla distribuzione dei pazienti, invertendo la funzione degli stabili citati». In concreto quindi, nello stabile Edera verranno ospitati i pazienti con problemi di dipendenze, mentre nel padiglione Quadrifoglio saranno accolti i pazienti geriatrici. Il tutto, ovviamente, dopo aver riorganizzato e ammodernato gli spazi.
