Si naviga anche in montagna, con un aquilone che sfiora il cielo

Non avremmo voluto scomodare addirittura Nietzsche. Perché, onestamente, ci ha fatto ammattire non poco quando eravamo studenti con il suo pensiero. E tanto basta per farcelo dimenticare. Ma nella Weltanschauung del filosofo germanico c’era spazio anche per il sogno; ed il più grande, per l’uomo, è quello di librarsi nell’aria come un uccello. In quanto più ci innalziamo, osservava, tanto più piccoli sembriamo «a quelli che non possono volare».
A San Bernardino da un paio di mesi a questa parte si può godere della sensazione di libertà che una disciplina come lo snowkiting sa regalare. Fermi tutti. Non pochi si staranno chiedendo: ma di che cavolo si tratta? È più facile da praticare che da spiegare, dicono. In ogni modo basta avere ai piedi lo sci o lo snowboard e un aquilone attaccato a mo’ di moderni Icaro e lasciarsi trasportare dal vento.
Va di moda in Engadina
Nei Grigioni non è certo una novità. Da almeno una quindicina d’anni in Engadina, in inverno, alzando il naso all’insù, si vedono spesso dei puntini colorati far solletico al cielo. Silvaplana, grazie al lago ghiacciato, è un po’ la capitale di questa pratica che appassiona adolescenti ed adulti di tutte le età. La mente feconda dell’intraprendente ticinese Mattia Carrucciu, ingegnere nautico di professione e skipper per diletto, ha pertanto partorito il colpaccio: portare lo snowkite anche al di qua del San Bernardino.
Più precisamente sul Passo, a quasi 2.100 metri di altitudine, con una vista spettacolare che va dalla valle Mesolcina ad Hinterrhein. «Il paesaggio è una favola e il luogo è perfetto per navigare in montagna», esordisce. La scintilla era scoccata nel marzo 2020. In seguito, nel settembre scorso, il nostro interlocutore ha sottoposto l’idea alle autorità di Mesocco e all’Ente turistico regionale del Moesano, con il quale «la collaborazione è davvero ottima». Quest’ultimo, per bocca del suo direttore Christian Vigne, si è detto subito entusiasta di offrire ai frequentatori della nota località un’attrazione in più.
Cornice fiabesca
Da dicembre Mattia Carrucciu ha iniziato a fare sul serio. Finora sono state, complessivamente, circa quaranta le persone che si sono dilettate con lo snowkiting, perlopiù ticinesi o provenienti dalla Svizzera interna. L’attività piace eccome. Così come la cornice da cartolina nella quale si inserisce, tra il laghetto Moesola e le pendici del Piz Uccello. Un ambiente bucolico. Incontaminato. Fiabesco.
«Il mio è un approccio molto pragmatico. Ai gruppi che seguono i corsi dispenso inizialmente alcune nozioni teoriche e in seguito spiego nel dettaglio i rischi insiti nello snowkite. Chi vuole provare questa emozione deve infatti essere consapevole dei pericoli e, altresì, delle misure di sicurezza da adottare. Ci vuole testa, insomma, come in tutto quello che facciamo», puntualizza l’ingegnere nautico.
Occhio alle differenze
Un aspetto che il nostro interlocutore tiene a precisare è che lo snowkiting è «completamente diverso dal kiteboarding». In entrambi i casi ci si fa trainare dall’aquilone, ma al di là del fatto che nel primo caso la superficie è la neve e nel secondo l’acqua vi è il fatto che «la vela estiva non va assolutamente bene per l’inverno». Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Mattia Carrucciu ha ricevuto più richieste per San Bernardino da chi non hai provato né l’uno né l’altro sport che da coloro che già hanno buona confidenza con il kitesurfing.
Nel weekend appena trascorso il ticinese ha promosso la sua attività a Pian Cales, in centro paese. Numerosi gli sciatori che si sono detti interessati a uno sport che alle nostre latitudini non è ancora molto conosciuto. «Esplorare le Alpi con gli sci ai piedi è qualcosa di magico. Sono sicuro che lo snowkite possa portare ancora più gente a San Bernardino, e quindi pure indotto».
