Si riaccendono le luci del presepe sommerso

Dopo l’accensione del grande albero in piazza della Riforma, che sabato ha dato il via ufficialmente al periodo delle festività luganese, s’illuminerà della luce del Natale anche il Ceresio. Torna infatti l’appuntamento con il presepe sommerso in Rivetta Tell, un’iniziativa che ha visto la luce per la prima volta a Lugano l’anno scorso grazie a quattro associazioni attive sul territorio. La Sezione pesca Golfo di Lugano, il Centro sportivo subacqueo Lugano-sub, la Società federale di ginnastica di Lugano e gli Amici del Lago Ceresio uniscono nuovamente le forze.
«Quello dell’anno scorso è stato un esperimento che aveva lo scopo di avvicinare la gente al lago proponendo qualcosa di diverso», spiega Alessandro Rossi, ideatore del presepe sommerso e membro del comitato della Lugano-sub. «Ci chiedevamo se ci fosse ancora interesse per il presepe e le feste natalizie e la risposta del pubblico è stata più che positiva. Mai ci saremmo aspettati così tanta gente!».
Musica, canti e più figure
Dopo il successo dell’anno scorso, quest’anno la rappresentazione si allarga con ben cinque personaggi in più. Domenica 22 dicembre, con una cerimonia a partire dalle 17, verranno illuminate 13 statue, posate a circa un metro e mezzo di profondità. Una donna con un bambino, il buon pastore, un pastorello e due bambini sono le figure che vanno ad aggiungersi a quelle più tradizionali. Le statue, in vetroresina, dipinte a mano e alte oltre un metro, sono realizzate dagli esperti della ditta Fontanini di Lucca, celebri presepai che in passato si sono occupati anche di alcune rappresentazioni in Vaticano.
Tra le novità della cerimonia 2019 c’è anche un maxischermo che permetterà a tutti di ammirare la posa del bambin Gesù. Ad accompagnarlo sott’acqua sarà, anche quest’anno, proprio Alessandro Rossi. La cerimonia prevede le voci dei Cantori della stella accompagnati dagli Zampognari di Comano, che partiranno da piazza Manzoni per raggiungere Rivetta Tell. Seguirà la fiaccolata sulle barche dei pescatori del Golfo, che trasporteranno la statua di Gesù benedetta da don Samuele, e la nuotata dei sub con le torce, accompagnati dalla voce di Alessandro Veletta. Ai presenti verranno offerti tè caldo, vin brulé e panettone.
Non uno, ma due
Quello sommerso non è l’unico presepe che allieterà il periodo festivo fino all’Epifania. Nell’ambito di Lugano città del Natale, infatti, in centro si può ammirare il presepe a grandezza naturale realizzato dalla famiglia Cantamessi, artigiani presepai le cui opere sono state scelte per allestire il presepe del Vaticano. «Forse un piccolo contributo al ritorno di questa tradizione l’abbiamo dato anche noi, - dice ancora Rossi - si è capito che la gente è ancora affascinata dal presepe». E se la rappresentazione sacra non ha mai abbandonato le chiese, la sua presenza «pubblica» in città, sott’acqua e non, è particolare. «Non credo che il presepe sia mai sparito dalle nostre case, - commenta monsignor Nicola Zanini, vicario generale della Diocesi di Lugano - fa comunque piacere sapere che vi sia un suo ritorno in città. Perché è capace di mettere al centro il “vero festeggiato”. Tutto è capovolto: le immagini di Dio che ci siamo costruiti e che cerchiamo, grande, forte, potente, invincibile, nel presepe non reggono. Ben venga, allora, il presepe, perché offre una risposta diversa ai nostri desideri: ci aiuta a capire chi è Dio, veramente. E se lo contempliamo bene, con occhi meravigliati, come quelli dei più piccini, ci dice qualcosa di straordinario e sbalorditivo: il verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece figlio dell’uomo, per abituare l’uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell’uomo, citando san Ireneo. Ancora oggi, sento che è Natale soprattutto facendo il Presepe e guardandolo, come un bambino».
