Mendrisio

Si riparte da San Martino, ma sarà una fiera molto diversa

Dopo una lunga serie di annullamenti, il primo grande evento a tenersi nel Mendrisiotto dovrebbe essere la fiera di inizio novembre - Il Municipio sta elaborando un piano, che richiama al passato - Danielli: «Si punterà su agricoltura e bestiame, tralasciando capannoni e giostre»
Una veduta dall’alto dei prati di San Martino durante la fiera tenutasi nel 2019. © CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
14.08.2020 06:00

Processioni storiche della Settimana Santa, Cavea Festival, Sagra del Borgo, Palio degli asini, svariate passeggiate enograstronomiche e sagre di paese, ChiassoLetteraria, Festival internazionale di narrazione di Arzo, eccetera. Sono innumerevoli gli eventi cancellati nel Mendrisiotto in questo 2020 a causa del coronavirus, sia in agenda negli scorsi mesi, sia che avrebbero dovuto tenersi tra la fine dell’estate e l’autunno.

«Sarà differente»

Nella lunga lista delle manifestazioni rinviate al 2021 manca però la Fiera di San Martino. Sì perché Municipio di Mendrisio e addetti ai lavori sono determinati a non cancellarla dal calendario. San Martino si farà, «l’intenzione è di proporre qualcosa, sarà però un evento molto diverso rispetto a ciò a cui siamo abituati», esordisce il capodicastero Sport e tempo libero (e vicesindaco) di Mendrisio Paolo Danielli.

Luna park in pausa

Un programma ufficiale ancora non c’è, prosegue Danielli: «Per ora è stato dato il via libera al dicastero Sport e tempo libero per approfondire il tema ed elaborare un piano per una versione diversa e particolare della fiera, che tenga conto dell’emergenza che stiamo vivendo e di tutte le normative da rispettare». Il punto fermo è uno: bisogna evitare gli assembramenti di persone. Per farlo si pensa quindi «a una fiera senza capannoni e senza luna park, ma incentrata sul bestiame e sull’agricoltura». Niente aperitivi e cene di gruppo quindi, né all’aperto né al chiuso, e niente autoscontri o altre giostre. Una formula che con ogni probabilità attirerà meno il pubblico dei più giovani.

Un incontro a breve

L’idea è di coinvolgere gli attori del territorio attivi nel settore, dalla Gioventù rurale del Mendrisiotto, agli allevatori e agricoltori. Un primo incontro tra le parti coinvolte - o almeno si spera che lo saranno - si terrà nei prossimi giorni. «In seguito sarà elaborata una proposta concreta da sottoporre al Municipio», aggiunge Danielli.

Ritorno al passato

Quella che si terrà in novembre - «coronavirus permettendo naturalmente, teniamo attentamente d’occhio la situazione e l’evolversi dell’emergenza» - dovrebbe dunque essere una versione vintage e anacronostica della fiera di San Martino. «Contrariamente ad altri eventi, su tutti la Sagra del Borgo, San Martino ha una tradizione secolare (la prima edizione documentata della fiera risale al 1684, ndr) e può prescindere dal lato enogastronomico, come in fondo accadeva in passato». L’evento è infatti nato per celebrare il termine dei lavori agricoli autunnali: conclusa la raccolta dei frutti, la preparazione delle scorte e le semine, si esponevano il bestiame da vendere, i macchinari agricoli e altro e si contrattavano prezzi e contratti.

Bancarelle? «Forse»

Negli anni la componente agricola e tradizionale è tuttavia - e comprensibilmente - andata scemando, ma non il carattere locale dell’evento: il mercato organizzato durante la fiera propone infatti soprattutto prodotti locali e di stagione.

Se nel 2020 il mercato ci sarà è però ancora presto per dirlo. «È uno degli aspetti da valutare», dice Danielli, la priorità è tuttavia «la sicurezza della gente. Da ottobre in teoria gli eventi con più di mille persone sono possibili, ma tutto può ancora mutare».

La buona volontà quindi non manca, così come le idee (e la voglia di riunirsi e divertirsi per cui i momò sono molto conosciuti). La Fiera di San Martino potrebbe finalmente essere l’occasione per tornare a respirare un po’ di normalità. Per sapere in quale forma è però necessario attendere ancora qualche settimana.

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