"Si sottovaluta il tumore al seno"

Sottovalutato e poco conosciuto, anche tra le donne. È il tumore al seno nelle donne di età inferiore ai quarant?anni, una complessa e tuttora poco considerata condizione che il Centro di Senologia della Svizzera Italiana (CSSI) vuole con forza porre al centro dell?attenzione dei medici e delle donne con il suo congresso annuale, il Senoforum, che si tiene oggi a Lugano, dedicato all?aggiornamento di medici ed infermieri su questo tema. Ne parliamo con la dottoressa Olivia Pagani, direttore clinico del CSSI.
Olivia Pagani, quante giovani donne si ammalano di tumore al seno?
«Si considerano giovani le donne con meno di quarant?anni. Su cento donne, sono dieci quelle che avranno un tumore al seno nel corso della vita. E di queste dieci, una lo avrà prima dei quarant?anni».
Crediamo non siano molte quelle che sanno di questo pericolo.
«Non solo le giovani donne, a volte anche gli stessi medici tendono a sottovalutare questo pericolo. Parecchie diagnosi di tumore al seno in donne giovani avvengono ancora in ritardo, complicando ulteriormente la situazione. Anche in questo caso, la diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale».
In una giovane donna il tumore al seno ha caratteristiche diverse rispetto a quello di una donna meno giovane?
«A parità di tipo di tumore, e quindi di caratteristiche biologiche, il comportamento del tumore è lo stesso. Cambia la frequenza con la quale si presenta una malattia più aggressiva: se in una donna meno giovane l?80% di questo tumore si manifesta in forma poco aggressiva, nelle donne giovani la percentuale scende al 60%, cioè circa nel 40% dei casi il comportamento è più aggressivo».
Questo vuol dire che anche la cura deve essere più «pesante»?
«No, e questa purtroppo è una convinzione tuttora abbastanza diffusa. La terapia da adottare deve essere quella che serve secondo le caratteristiche biologiche del tumore, il fatto che una donna sia giovane e con il tumore al seno non significa dover ricorrere sempre a terapie aggressive».
Un tumore al seno in una donna giovane, crea problemi in più?
«Crea problemi diversi, proprio perché la donna è giovane e quindi vive la sua condizione in modo molto diverso rispetto a quella con più anni. Oltre a quelli psicologici, sociali, lavorativi, c?è il problema della sessualità e della fecondità: la chemioterapia potrebbe, per esempio, causare una menopausa precoce e quindi l?impossibilità di poter generare, fatto che può essere un grave problema se la donna non ha ancora avuto figli e desidera averli».
Occorre quindi pensare fin dall?inizio del programma terapeutico al problema della fertilità.
«Sì, consultando il ginecologo ed un esperto in procreazione allo scopo, per esempio, di valutare come proteggere la fertilità prima di iniziare le cure e considerare l?opportunità di ricorrere a pratiche di fecondazione assistita nel caso si verifichi una menopausa precoce».