Mendrisio

«Si usi l’acqua con parsimonia», ma l’emergenza è lontana

Le AIM chiedono alla popolazione della Montagna (ma l’invito è esteso a tutti) di utilizzare l’oro blu con moderazione – La possibilità che siano introdotti divieti è tuttavia remota: «Il consumo attuale è sopra la media ed è vicino alla capacità di produzione degli acquedotti»
La situazione del 2022 è fresca nella memoria, ma per ora lontana nei fatti. ©CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
03.08.2024 06:00

L’invito, anzi l’esortazione, è rivolta a tutti gli abitanti di Mendrisio, ma «in particolare» – a precisarlo sono le Aziende Industriali Mendrisio (AIM) – ci si rivolge alla popolazione di Arzo, Besazio, Meride e Tremona. La richiesta è quella di utilizzare l’acqua con parsimonia e nei prossimi giorni verrà recapitata anche per mezzo di un volantino distribuito sulla Montagna. Un volantino che riporta immediatamente alla memoria la situazione di emergenza vissuta in più occasioni negli anni scorsi, e i relativi divieti all’utilizzo dell’acqua potabile in determinati ambiti. Stiamo andando ancora in quella direzione? La domanda è sorta spontanea. Per capirlo ci siamo rivolti a Osman Cavusoglu, capo esercizio acqua delle AIM che premette subito: «Si tratta soltanto di una raccomandazione, non di un divieto. Di acqua ce n’è».

Una sorgente per tre

Per prima cosa contestualizziamo il volantino fresco di stampa. La zona della Montagna è da sempre particolarmente sensibile nei momenti di scarse precipitazioni e la volontà delle AIM è quella di preservare l’oro blu ed evitare di trovarsi in situazioni di penuria idrica. «I quartieri della Montagna vivono una situazione un po’ diversa rispetto agli altri quartieri mendrisiensi, c’è infatti una sorgente sola che deve servire tre paesi», aggiunge Cavusoglu.

Ai residenti in quei villaggi – per mezzo del volantino – si chiede quindi in particolar modo di usare l’acqua con oculatezza. Nello specifico: irrigare i tappeti erbosi con moderazione per non sovraccaricare la rete idrica e adottare una serie di comportamenti virtuosi, sempre. L’elenco completo delle abitudini da normalizzare è disponibile sul sito della Città, a titolo di esempio ne fanno parte il montaggio di economizzatori di acqua per docce e rubinetti; dare una seconda vita all’acqua, come riutilizzare quella impiegata in cucina per lavare frutta e verdura per innaffiare le piante di casa; e preferire la doccia al bagno. «Gli acquedotti hanno una capacità di produzione limitata», ricordano le AIM rammentando altresì che sono sempre a disposizione per rispondere alle domande della popolazione, via email scrivendo a [email protected] oppure telefonicamente allo 058/688.38.00.

Consumi da abbassare

Lo scopo di questa comunicazione è di natura sostanzialmente preventiva. «Vogliamo evitare divieti, ma ci siamo accorti che ad oggi il consumo di acqua potabile è alto, sopra la media. Magari le persone credono che le frequenti precipitazioni delle scorse settimane consentano un uso abbondante dell’acqua, ma non è così». Tradotto: l’acqua non si può sprecare, mai: «L’abuso è da evitare perché la produzione degli impianti è in ogni caso limitata e attualmente i consumi sono molto vicini a questo limite», così ancora Cavusoglu.

Novità in arrivo

Torniamo alla situazione atipica della Montagna. È dovuta essenzialmente a due fattori: il primo è che ad Arzo si capta l’acqua da una sorgente carsica e non vi sono pozzi. In aggiunta ad oggi non esiste un pompaggio dalla pianura. Anche se un impianto è in fase di progettazione: per realizzare una stazione di pompaggio in zona Barozzo a Rancate. «Il progetto avanza, ma per la sua concretizzazione stimiamo 1-2 anni», conclude il nostro interlocutore.

Insomma, Mendrisio ha imparato dal passato e gioca d’anticipo. Consapevole anche del fatto che la popolazione ha dimostrato di sapersi comportare in modo virtuoso per quanto concerne l’utilizzo dell’acqua potabile. L’esperienza del 2022 (ma anche nel 2023 erano state introdotte limitazioni) è stata d’insegnamento. Quell’anno l’estate era stata talmente siccitosa che per gli allevatori era stato attivato un pozzo (che riforniva due grandi vasche) esterno alla rete dell’acqua potabile (il pozzo Sulmoni).