«Sia il popolo a decidere sull’abolizione dei livelli»

Mancano solo alcune formalità, ma è praticamente tutto pronto per il lancio dell’iniziativa popolare che chiede l’abolizione dei livelli A e B nel secondo biennio di Scuola media. La raccolta firme, salvo sorprese dell’ultimo minuto, partirà fra pochi giorni, il primo aprile. Proprio questa sera, infatti, il comitato promotore (guidato dal sindacato VPOD) si è riunito per definire gli ultimi dettagli e nei prossimi giorni il testo dell’iniziativa sarà inviato alla Cancelleria dello Stato.
La genesi
L’idea di lasciare al popolo l’ultima parola sullo “spinoso” tema era stata promossa dalla VPOD il 27 gennaio scorso, ossia il giorno seguente la bocciatura in Gran Consiglio del credito di 237 mila franchi richiesto dal DECS e dal Governo per la sperimentazione del superamento dei livelli in terza media. Dopo la delusione per il voto parlamentare, il sindacato non aveva perso tempo, rilanciando sin da subito il dibattito e spostandolo sulla via del voto popolare. E ora, a quasi due mesi di distanza, il testo è stato affinato e, come detto, tutto è pronto per il lancio dell’iniziativa.
Nel comitato promotore, oltre ovviamente alla VPOD, si è aggiunta buona parte della sinistra: Partito socialista, Partito comunista, Più donne, Forum Alternativo, GISO, Gioventù comunista e il Sindacato indipendente studenti e apprendisti.
Per la riuscita dell’iniziativa, ricordiamo, occorre raccogliere 7 mila firma entro cento giorni dalla pubblicazione sul Foglio ufficiale.
L'obiettivo non cambia
«Il testo è stato un po’ semplificato. Abbiamo cercato di togliere tutto ciò che potesse essere fonte di incertezza», spiega al Corriere del Ticino il segretario cantonale della VPOD Raoul Ghisletta. «Ma l’obiettivo non cambia: abolire i livelli nel secondo biennio di Scuola media». Insomma, il principio generale promosso dall’iniziativa è quello di indicare che l’insegnamento deve sempre essere fatto tramite le cosiddette «classi eterogenee», ossia formate da allievi con capacità differenti.
Tuttavia, il testo dell’iniziativa non prevede altre misure particolari. «L’idea - aggiunge Ghisletta - è di lasciare poi al Consiglio di Stato la possibilità, tramite i regolamenti, di definire le forme didattiche: ad esempio tramite classi dimezzate o intere, oppure tramite le “opzioni”». In parole povere, l’iniziativa – modificando la Legge sulla scuola media – fissa il principio di base (cioè l’insegnamento tramite classi eterogenee), ma sui contenuti didattici lascia ampio margine di manovra all’Esecutivo e al mondo della scuola.
Oltre a ciò, il testo definisce pure come saranno decisi i criteri di selezione per l’accesso al mondo formativo post-obbligatorio. In sintesi, tali criteri saranno definiti dal Consiglio di Stato tramite i regolamenti delle Scuole medie superiori e delle scuole professionali.
Una riforma graduale
Un altro punto importante definito nel testo riguarda la messa in pratica dell’iniziativa. Come ci spiega Ghisletta è infatti prevista una “norma transitoria”, nella quale viene precisato, nero su bianco, che l’attuazione avverrà in maniera graduale, partendo prima da alcune “sedi pilota” per poi man mano essere estesa a tutte le 36 scuole medie del Cantone.
Durante questo periodo (stimato in quattro anni) sarà pure attivo un gruppo di accompagnamento, che valuterà in particolare l’impatto della riforma sul carico di lavoro dei docenti. Dopodiché, quando la riforma sarà completamente attuata, essa sarà pure oggetto di una valutazione scientifica esterna, con relativa discussione parlamentare.