Mendrisiotto

Sindaci ai fornelli, stavolta tocca a voi

Otto capi di altrettanti Esecutivi di Comuni del Mendrisiotto hanno deciso di mettersi alla prova in cucina preparando piatti da asporto – L’iniziativa dell’osteria Sulmoni ha raccolto un’adesione entusiasta – Meglio gli uccelli scappati oppure il capretto al forno?
© Shutterstock
Luca Bernasconi
18.01.2021 17:55

Provate a immaginare la scena: il sindaco del vostro paese, vestito di bianco e con in testa il tradizionale copricapo da cuoco, che vi consegna un sacchetto con all’interno un pasto cucinato con le sue mani. Non è un sogno (o un incubo?) ma quello che succederà il sabato, sino a fine marzo, all’osteria Sulmoni a Castel San Pietro. Il locale ha messo in campo una curiosa e interessante iniziativa denominata «In osteria cucina il sindaco». Oddio, magari per taluni sindaci il verbo «cucinare» è forse esagerato ma certamente si daranno da fare ai fornelli, con l’aiuto del personale di cucina del locale.

Bisogna ingegnarsi

È stato il proverbio italiano «La necessità aguzza l’ingegno» a far partire l’iniziativa. «Non so nemmeno come è nata l’idea ma subito ci è sembrata carina. D’altronte bisogna darsi da fare in questo periodo di pandemia che ha messo in ginocchio la ristorazione. Ogni spunto è buono perché bisogna pagare l’affitto e assolutamente evitare di licenziare del personale» ci dice Alain Gentizon, uno dei quattro proprietari dell’osteria.

Prima delle elezioni

«All’inizio non sapevo se i sindaci avrebbero accettato. Ho iniziato a chiedere ad Alessia Ponti (sindaco di Castel San Pietro, n.d.r.) che ha subito accolto l’invito. Sulla scorta di questa prima adesione ho interpellato anche gli altri sindaci del distretto. E con grande soddisfazione in sette hanno detto sì» aggiunge il nostro interlocutore. In un primo tempo l’operazione doveva avvenire con i ristoranti aperti. E dopo una prima esitazione, è stato deciso di proseguire l’organizzazione con pasti da asporto. «Si inizierà già sabato 23 gennaio per continuare quasi ogni sabato sino alla fine di marzo. In un primo momento volevo proporre un appuntamento al mese ma con di mezzo le elezioni comunali, coloro che avrebbero dovuto cucinare dopo il 18 aprile non avrebbero certamente apprezzato» spiega Gentizon.

Esperti e neofiti

Ora tocca ai sindaci darsi da fare: «C’è chi mi ha detto “faccio tutto io, voi non preoccupatevi” e chi invece ha ammesso candidamente di non sapere minimamente come destreggiarsi in cucina. Niente paura comunque. Ad assistere costoro ci sarà il nostro chef Agostino».

I menu

Per quanto riguarda i menu, la scelta è stata dei cuochi stessi. Alessia Ponti (sabato 23 gennaio) proporrà del roast-beef alle erbe ticinesi con verdure e patate al forno mentre Alain Bianchi (sindaco di Coldrerio, il 30) si darà da fare con crespelle ripiene di spinaci e prosciutto e uccelli scappati). Da parte sua Claudia Canova (Morbio Inferiore, il 6 febbraio) cercherà di attirare i clienti con gnocchi al salmone e pesto. Bruno Arrigoni (Chiasso, il 27 febbraio) punterà tutto sui suoi pizzoccheri. Luganighetta e cipolle con risotto sarà invece il cavallo di battaglia che proporrà Samuele Cavadini (Mendrisio, il 6 marzo). Sergio Bernasconi (Novazzano, il 13 marzo) offrirà invece un grande classico: spezzatino di cervo con polenta). Non poteva mancare Luca Pagani (Balerna, il 20 marzo) con il suo coniglio in umido con risotto. In tema col periodo, Marco Rizza (Vacallo, il 27 marzo) preparerà capretto al forno con patate e verdura). Chi vorrà potrà acquistare un intero menu oppure piatti singoli.

Vietato licenziare

Fra qualche giorno sapremo se i sindaci saranno bravi a districarsi fra i vari manicaretti come lo sono fra messaggi, regolamenti o progetti comunali. E sapremo anche quanto riscontro potrà avere l’inedita iniziativa. «Vedremo. Non ho fatto molta pubblicità. Ho solo fatto stampare un volantino. Speriamo di arrivare ogni sabato ad almeno 20-25 coperti per coprire almeno le spese. Come ho già detto, l’obiettivo è di mantenere tutto il personale anche in questo periodo buio. Tutti i quattro proprietari hanno un altro lavoro ma con l’osteria “manteniamo” cinque famiglie. Anche per loro dobbiamo tenere duro» conclude il nostro interlocutore.