Skatepark, autosili e porti: ecco dove investirà Lugano

È una pagina fra le centinaia che ogni anno compongono i Preventivi di Lugano, inserita senza particolare risalto - d’altronde non è in alcun modo il focus del documento. Ma è una pagina significativa, che svela gran parte di ciò di cui discuterà la politica luganese nei prossimi quattro anni. Stiamo parlando dell’elenco delle «singole opere che per la prima volta sono state introdotte e pianificate nel prossimo quadriennio». Vale a dire, entro il 2030. Si tratta, lo vedremo, di lavori grandi e piccoli, di cui avremo modo di riferire diffusamente nei prossimi quattro anni. Perché quando un’opera compare in questa lista, difficilmente non verrà poi realizzata nei tempi previsti. Come lo sappiamo? Siamo andati a vedere che ne è stato delle opere annunciate per la prima volta nel 2021, in buona parte ora realizzate. Ed è probabile che sarà così anche per la «classe del ’26», pur nel non facile contesto finanziario in cui versa la Città, che ha previsto una generale diminuzione degli investimenti annuali.
Un occhio avanti...
Cominciamo guardando avanti. Quella che segue è una carrellata delle opere più suggestive previste nel prossimo quadriennio, quindi non per forza le più onerose, come possono esserlo i crediti quadro per la manutenzione degli edifici amministrativi o dei parchi e campi gioco, o i progetti legati all’infrastruttura informatica (tutte fattispecie previste da qui al 2030). Finanziariamente, in ogni caso, a farla da padrone fra le nuove opere sarà l’acquisto - dopo l’arena sportiva - anche del palazzetto dello sport in costruzione al PSE, per cui è previsto l’anno prossimo un esborso di oltre 80 milioni. Se ne riparlerà a brevissimo, perché il relativo messaggio municipale non dovrebbe tardare.
E sempre a proposito di PSE (o, meglio, delle sue adiacenze), entro il 2030 sarà probabilmente completamente rinnovato lo skatepark alla Gerra, per una spesa di circa 7 milioni fra concorso, progettazione e realizzazione. Sul fronte autosili si prospettano anni intensi. Da un lato, la Città intende realizzarne uno nuovo a Pazzallo (3,8 milioni), dall’altro, è tempo di mettere mano a quelli esistenti (11 milioni). In tema parcheggi è prevista la riqualificazione di piazza Chiattone a Breganzona (5 milioni), probabilmente con l’intenzione di renderla più fruibile alla comunità, nonché la riqualificazione della piazza di Dino (600.000 franchi), in cui pure vi sarà da fare i conti con la sistemazione degli stalli.
Sempre in quest’ambito, infine, la creazione di nuovi posteggi e di un Park&Ride nel Nuovo Quartiere Cornaredo impegnerà la Città per 5 milioni. Chiudendo con le piazze, e passando ai concorsi, nel prossimo quadriennio è previsto quello per l’ex piazza Pestalozzi in stazione (300.000 franchi). Parimenti, è in arrivo anche un concorso per l’area ex Spöhr a Pregassona, che la Città ha acquisito negli scorsi anni con l’idea di dare agli edifici una destinazione sociale. Per quanto riguarda la navigazione, è in corso un ripensamento dell’offerta di stalli per le barche private. I prossimi quattro anni porteranno anche in dono l’ampliamento dei porti Lanchetta e Belvedere (4 milioni).
...e uno indietro
Come accennato, gran parte di quanto citato sarà effettivamente realizzato entro il 2030, o ci sarà andato vicino. Questo, almeno, insegna l’esperienza trascorsa: non si tratta, insomma, di opere annunciate per fare marketing politico, ma di proposte molto concrete. Ciò risulta evidente guardando il destino delle opere annunciateper la prima volta nel 2021. Fra queste, sono infatti numerose quelle oggi terminate, o quasi. Per citarne qualcuna: l’acquisto del parco San Grato a Carona e dell’area RSI a Besso (che diverrà la Città della Musica); il progetto delle case SPIN; la demolizione della tettoia in via Lambertenghi; la partecipazione al nuovo sottopasso pedonale di Besso in stazione; il rinnovamento della scuola montana di Nante (inaugurata poche settimane fa); i lavori necessari a stilare le varianti dei beni culturali; o i «costi di preparazione emissione LALIA», che si sarebbero di lì a poco rilevati un bel bubbone politico.
Altre opere invece sono arrivate soltanto a un passo dal farcela, per mancanza di consenso politico, oppure sono state ritardate da dei ricorsi o da sviluppi inaspettati. Il consenso politico è, ad esempio, mancato per l’allargamento delle zone 30, con la proposta recentemente bocciata alle urne con un referendum. Un’altra opera contestata, apparsa per la prima volta nel Preventivo del 2021 - la progettazione del rinnovamento della piscina di Carona - ha invece trovato il consenso politico necessario, ma la sua realizzazione è nel frattempo stata frenata da ricorsi sull’impostazione pianificatoria (la situazione si è sbloccata giusto nei giorni scorsi, ma non è escluso che si torni in tribunale). A subire, invece, sviluppi imprevisti è stato il progetto di riqualificazione di piazza Molino Nuovo, toccato profondamente dall’improvvisa e inaspettata volontà del Cantone di tutelare la fontana di Tita Carloni, di cui la Città era pronta a privarsi, tanto che il progetto vincitore del concorso non la prevedeva. In attesa di capire come si risolverà la situazione, la scorsa estate il Municipio ha proposto una sistemazione temporanea della piazza (con un orizzonte almeno decennale) per renderla più verde e fruibile.
Ora si attende l’avallo del Consiglio comunale. Per chiudere, tre opere che non ce l’hanno (ancora) fatta: la ristrutturazione della Masseria Reali a Cadro, così come intesa, sembra essere in difficoltà (a breve la Città cercherà partner interessati); la posa di fontane temporanee nel lago è sfumata (e per quelle definitive non c’è una tempistica a breve); e il concorso d’architettura per riqualificare la piazza di Dino, a nostra conoscenza, non è mai stato fatto. Piazza che, comunque, come abbiamo visto, sarà ripensata nel prossimo quadriennio.
