Ticino

«Smascherare la retorica della destra»

I Verdi del Ticino si sono riuniti in assemblea a Mendrisio – Il co-coordinatore Marco Noi ha criticato la crescente «commistione» tra associazioni economiche e mondo della politica: «Soffiano nelle vele della retorica anti-statalista»
©Chiara Zocchetti
Paolo Gianinazzi
25.05.2025 19:15

È cominciato da un duro attacco al centro-destra, alla maggioranza parlamentare e al mondo economico, il discorso del co-coordinatore dei Verdi del Ticino, Marco Noi, davanti all’assemblea del partito, riunitosi questa mattina a LaFilanda di Mendrisio. Un’assemblea che ha permesso agli ecologisti di tracciare un bilancio di questi primi due anni di legislatura e, inevitabilmente, guardare anche ai prossimi due anni che porteranno alle elezioni del 2027. Una volata verso le elezioni che vedrà i Verdi impegnati a «smascherare sistematicamente le responsabilità dei partiti di centro-destra e del mondo economico», i quali «criticano la gestione finanziaria dello Stato che loro stessi reggono». Per i Verdi, detto altrimenti, la colpa della situazione attuale – con le finanze cantonali in difficoltà – è da ricondurre alle politiche portate avanti dalla maggioranza, e non altrove. Noi, infatti, ha rimarcato che, «se il nostro cantone sta cumulando disavanzi e debito pubblico, paralizzando così l’iniziativa politica, lo dobbiamo ai bassi livelli salariali, pagati da sedicenti creatori di ricchezza». E lo dobbiamo agli sgravi fiscali promossi a vantaggio di pochi. Il co-coordinatore ha quindi criticato la crescente «commistione» tra mondo politico ed economico. E questo a più livelli. Da Elon Musk, negli Stati Uniti, ad «AITI e Camera di commercio alle nostre latitudini, che soffiano nelle vele della retorica anti-statalista portata avanti in particolare dall’UDC e dalla Lega». In questo senso, ha assicurato, i Verdi saranno «particolarmente impegnati a combattere i tagli ai servizi che lo Stato eroga per i più vulnerabili e per l’ambiente». Insomma, la volontà degli ecologisti è quella di profilarsi con più forza, «con una comunicazione maggiormente da opposizione», per «mettere in evidenza come i partiti di maggioranza stiano nascondendo le loro responsabilità nelle attuali crisi ambientali e sociali».

Durante l’assemblea, è poi stato fatto il punto dell’attività del partito sia sul piano cantonale (con le deputate Nara Valsangiacomo e Giulia Petralli) che nazionale (con la vice-presidente dei Verdi Svizzera Samantha Bourgoin). Sempre sul piano nazionale, la deputata alla Camera bassa Greta Gysin ha anch’essa posto l’accento sulla necessità di combattere il prospettato pacchetto di risparmi della Confederazione, i cui tagli «colpiscono proprio gli ambiti che ci stanno a cuore», con «la protezione del clima che viene dimezzata». Su questo fronte, Gysin ha ribadito la volontà di lanciare un referendum contro i tagli, ricordando però che molti di essi potrebbero essere attuati tramite ordinanze (e quindi non sottoponibili al voto popolare). Infine, guardando all’imminente sessione delle Camere federali, Gysin è tornata a criticare l’iniziativa «200 franchi bastano» che mira a ridurre il canone radiotelevisivo. «Per il Ticino – ha affermato la consigliera nazionale – le conseguenze sarebbero catastrofiche: parliamo di un migliaio di posti di lavoro», senza dimenticare «il ruolo essenziale che svolge la RSI nel nostro sistema democratico». Un’iniziativa, dunque, «da combattere assolutamente».