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Società «fantasma» a Mendrisio per pagare meno tasse

Un italiano di Viggiù e un italiano residente in Svizzera sono stati denunciati dopo che le fiamme gialle hanno scoperto un caso di «esterovestizione» legato ad un’attività di commercio attiva nel Milanese: sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro
©GdF
Red. Online
25.02.2021 10:54

Gestiva una attività di commercio all’ingrosso di abbigliamento sportivo con sede dichiarata in Svizzera, ma di fatto era attiva nell’area milanese. La autorità italiane hanno scoperto il sistema evasivo messo in atto da un cittadino italiano di Viggiù (VA) con precedenti per contrabbando e reati tributari. La Guardia di Finanza di Gaggiolo ha poi accertato che la residenza fiscale della società di abbigliamento era stata formalmente localizzata a Mendrisio al fine di beneficiare di indebiti vantaggi discendenti da regimi di tassazione più vantaggiosi rispetto a quelli nazionali, sebbene di fatto fosse amministrata a Lainate (MI). Tale fenomeno, noto come «esterovestizione», consiste nella fittizia localizzazione all’estero - in un Paese con tassazione più favorevole - della residenza fiscale di una società che, al contrario, mantiene di fatto la sede in Italia. I finanzieri, anche a seguito di mirati controlli nei locali aziendali di un’altra società riconducibile al responsabile, hanno accertato che la commercializzazione dell’abbigliamento di produzione cinese era a Lainate (MI) e non in Svizzera; infatti sia i recapiti telefonici che il sito internet rimandavano i clienti in Italia, a dimostrazione dell’inesistenza in Svizzera degli uffici e stabilimenti.

È stato inoltre accertato che la merce, consegnata ai clienti italiani, partiva dai magazzini di Lainate e non dalla Svizzera, come falsamente riportato sulle fatture emesse, tra l’altro, in esenzione di IVA.

Le Fiamme Gialle hanno così rilevato che la società esterovestita aveva omesso di dichiarare ricavi per oltre 11,7 milioni di euro, sottraendo a tassazione IRES una base imponibile di circa 3 milioni di euro, evadendo altresì IVA per circa 1,8 milioni di euro. L’amministratore di fatto, il viggiutese, e il rappresentante legale della società esterovestita (un «fiduciario» di origini italiane ma residente in Svizzera, legale rappresentante di altre 60 società) sono stati denunciati per il reato di omessa dichiarazione e, al termine delle indagini penali, su richiesta della Procura, il G.I.P. del Tribunale di Milano, è stato disposto il sequestro di beni riconducibili alla stessa e ai due indagati per circa 2,5 milioni di euro. I finanzieri, a seguito di specifiche indagini patrimoniali, hanno così individuato e sottoposto a sequestro preventivo, confermato anche in appello con due distinte pronunce dal Tribunale del Riesame, denaro, beni immobili, strumenti finanziari e crediti per oltre 2 milioni di euro.