Sono salti di gioia

«Dai Leo, fagli vedere tu». C’è voglia di divertirsi e di sfidarsi – sportivamente parlando – allo skatepark di Mendrisio. Un ragazzino indossa il casco e le protezioni e si lancia, si diletta con le sue evoluzioni sul monopattino. Una passione che, mercoledì pomeriggio, ha condiviso con tanti altri bambini e ragazzi. Uno di loro, prima di lanciarsi con lo skate, si rivolge all’amica che lo accompagna: «Telefono alla mano, mi raccomando». Nel 2025 e nell’era dei social, va da sé, non possono mancare i video che riprendono le gesta sportive. «Vai Edo»: da fuori si fa il tifo e l’evoluzione – un salto – riesce. Peccato per l’atterraggio: «L’altra volta ci eri riuscito». Ci sono anche un papà e una mamma con la carrozzina rigorosamente vuota: il loro piccolo si diverte con un monopattino a tre ruote. Non manca anche chi, in maniera evidentemente protettiva, invita ad andare piano. E non mancano neppure gli spettatori, più o meno interessati: nelle poltroncine posizionate a lato dello skatepark si fa il tifo, o ci si fa i fatti propri: c’è anche chi lavora al computer. A un mese dall’inaugurazione ufficiale lo si può dire: la struttura sorta in zona ex macello è ben frequentata. È un successo. Ci sono famiglie, bambini, giovani, adolescenti e anche adulti. Senza dimenticare i nonni. È per tutti, insomma.
Nella «confusione» delle ruote che girano c’è anche ordine: il luogo – è vero che è nuovo di zecca – è ben tenuto e rispettato (nota a margine: ci sono anche i bagni pubblici, cosa non scontata per i parchi e le infrastrutture all’aperto). La mente, a questo punto, torna a un aneddoto emerso quando il progetto per la realizzazione dell’area era piuttosto discusso. Non a caso sono state raccolte firme per indire un referendum che poi, la popolazione di Mendrisio, ha respinto. Torniamo all’aneddoto: durante le discussioni erano emersi i possibili problemi che una struttura simile poteva comportare: gli assembramenti notturni e possibili episodi di microcriminalità. Allora la risposta – leggera e divertita, ma allo stesso tempo strategica di un addetto ai lavori – era stata piuttosto limpida: «Lo skatepark sorge a due passi dal Centro di Pronto intervento (che ospita anche la Polizia della Città e la Cantonale), non penso ci saranno particolari problemi».
Durante la campagna di avvicinamento alle urne si erano anche paventati possibili ripercussioni dovute al traffico che circola attorno all’area dell’ex macello. È vero, i motori si sentono, ma chi è impegnato a giocare – e chi osserva – probabilmente non se ne accorge neppure. All’orecchio attento, però, il rumore non sfugge. Si era citato anche il possibile problema dell’inquinamento: in quel caso saranno eventuali approfondimenti e analisi a rispondere. La questione, in questo caso, rimane aperta.
Ciò che resta, a conti fatti, è però una struttura che – da come è frequentata – ha fatto breccia nella popolazione. È vissuta. Come detto, un successo.
«Un luogo di incontro e vitalità»
Non soltanto un luogo di svago e di sport, ma qualcosa di più. Si sta delineando in questi termini la vocazione del comparto. Dopo poco più di un mese di apertura (anche se in realtà a causa dell’impazienza di alcuni skater l’area era già utilizzata durante gli ultimi giorni di cantiere, quando da completare c’erano i dettagli) il comparto «si sta connotando come un luogo di incontro, anche intergenerazionale». Le parole sono del sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, che non nasconde la soddisfazione sua e del Municipio per le prime settimane di «vita» dello skatepark (ma ci sono anche una zona dedicata al parkour e una al workout). «A dipendenza delle fasce orarie, si osservano più bambini accompagnati da genitori o nonni, o più adolescenti e anche giovani adulti. Passando le ore l’età dei presenti si alza. Ma il luogo è sempre piuttosto animato». La nostra visita conferma le parole del sindaco: noi allo skatepark siamo stati un mercoledì pomeriggio, incontrando perlopiù bambini con i monopattini, accompagnati da adulti che li osservano comodamente seduti sulle poltroncine e sedie posate fuori dal perimetro dello skatepark, proprio per gli accompagnatori. «È davvero un luogo di vita e un bel biglietto da visita per chi arriva a Mendrisio, dà un’idea di vitalità che ci piace».