Sorelline picchiate a Riva San Vitale e mandate all'ospedale

Di episodi di violenza, anche tra giovani, si sente purtroppo parlare sempre più spesso. Quanto accaduto nei giorni scorsi a Riva San Vitale, però, colpisce particolarmente. E – ci concederete la considerazione personale – intimorisce. Per il contesto in cui è accaduto, e perché le vittime sono più che giovanissime, praticamente due bambine.
Individuate e identificate
Scenario dell’episodio di violenza è l’area tra il lido comunale e il piazzale sul lago. Una strada che martedì 10 giugno verso le 20.30 stavano percorrendo due sorelle di 12 e 14 anni domiciliate in paese. Stavano raggiungendo i genitori che si trovavano in piazza, assaporando un gelato. Nel giro di una manciata di secondi, la loro serata spensierata di inizio estate si è però trasformata in una sorta di incubo. Un’esperienza traumatica che le due sorelle si ricorderanno a lungo e che la Polizia cantonale ci ha confermato e riassunto in questi termini: «Possiamo confermare una segnalazione alla Centrale comune di allarme il 10 giugno, poco prima delle 20.30. Stando alle prime ricostruzioni, nei pressi del lido di Riva San Vitale, una minorenne e una 18.enne della regione sono passate a vie di fatto nei confronti di due minorenni. Queste ultime hanno riportato delle lesioni non gravi ma che hanno necessitato una visita al Pronto soccorso per le cure del caso. Sono intervenuti agenti della Polizia cantonale e della Polizia Città di Mendrisio. Le due autrici sono state in seguito individuate e identificate. Al momento, considerati gli accertamenti in corso, è prematuro fornire ulteriori informazioni».
«Siamo piccole»
Le due sorelle sono quindi state picchiate da altre due giovani, una minorenne e l’altra di 18 anni, procurando loro delle ferite che le hanno portate all’ospedale. L’inchiesta è in corso, come sottolineato anche dalla polizia, ed è in parte coordinata dal Ministero pubblico e in parte dalla Magistratura dei minorenni, e la dinamica dei fatti deve ancora essere ricostruita con precisione. Qualche dettaglio in più ce lo fornisce però il papà delle due vittime, il quale malgrado il trauma, non si è tirato indietro quando gli abbiamo chiesto di spiegarci cosa è accaduto. La sua speranza è che il proprio racconto possa prevenire il ripetersi di episodi simili.
Quella sera – ci dice, riassumendo quanto gli hanno raccontato le bambine – le figlie stavano raggiungendo la piazza del paese dal lido, per ricongiungersi ai genitori. Camminando mangiavano un gelato, che poi è in parte caduto a terra. Un fatto che ha provocato un po’ di ilarità. Sulla stradina, poco dietro le sorelle, si trovavano le altre due ragazze, le quali si sarebbero sentite osservate. La reazione delle due è stata quasi immediata: prima verbale con frasi aggressive e insulti, e poi fisica. Agli spintoni sono seguiti pugni e calci, anche alla testa. Dapprima le due aggreditrici se la sarebbero presa con una sola delle sorelle, la più giovane, poi la sorella più grande è riuscita ad allontanarne una prendendola per i capelli, facendo continuare lo scontro in una sorta di uno contro uno.
Il tutto sarebbe durato una manciata di secondi. Le conseguenze: escoriazioni a ginocchia e gomiti da trascinamento a terra, un labbro rotto, un dente scheggiato, un ematoma in testa per una spinta contro un cancello. Ai traumi fisici si sommano poi quelli psicologici, aggiungiamo noi. «Le mie figlie mi hanno detto di aver provato a spiegare durante lo scontro di essere piccole, hanno detto di avere solo 12 e 14 anni, ma alle due ragazze non importava, le hanno chiamate "bambine di merda"», aggiunge il papà, spiegando di aver chiamato lui stesso la polizia perché dopo l’episodio le figlie sono riuscite a raggiungere la piazza dicendo di essere state picchiate. La beffa oltre il danno? Le due aggreditrici nei giorni successivi sarebbero nuovamente state viste al lido, malgrado l’invito a non frequentare il posto.