Sorpassi di spesa ancora protagonisti tra accuse e «risposte elusive»

Buona parte della seconda serata dell’ultima seduta pre-elettorale del Consiglio comunale di Bellinzona è stata dedicata alle risposte alle numerose interpellanze presentate nelle scorse settimane, e l’attenzione è finita inevitabilmente ancora sulla vicenda dei sorpassi di spesa per cinque milioni di franchi in tre opere pubbliche. Tra cui quella riguardante il memoriale presentato a dicembre dal legale dell’allora sospeso direttore del Settore opere pubbliche (SOP) poi trasferito, con il democentrista Tuto Rossi che sulla base di quel documento aveva accusato il Municipio di aver saputo dei preventivi sforati ben prima dell’aprile 2020. Ebbene, premettendo che quella del memoriale è evidentemente una versione di parte, il sindaco Mario Branda ha ribadito che - eccezion fatta per informazioni relative ad uno sforamento di circa il 10% al Policentro giunte già nel 2019 ma non approfondite per stessa ammissione dell’Esecutivo alla luce degli audit - solo a febbraio 2020 il Municipio era venuto a conoscenza di un prospettato sorpasso del 10% all’oratorio di Giubiasco nel caso in cui il cantiere fosse proseguito; mentre per quanto riguarda il risanamento dello stadio comunale (il superamento di spesa poi rivelatosi più eclatante non solo negli importi, +44%, ma pure per l’esecuzione di lavori non previsti) Branda ha riaffermato che la compagine municipale lo ha saputo solo nell’aprile del 2020, ad elezioni già annullate per l’emergenza sanitaria: «Ne eravamo fino a quel momento ignari», ha aggiunto. E che dire della realizzazione della tribuna in calcestruzzo, non contemplata dal progetto originale? Anche qui l’Esecutivo non ne era al corrente, è stato ribadito. Risposta che ha indispettito l’interpellante, il quale ha ricordato che gli email interni prodotti dal legale dell’ex direttore del SOP testimonierebbero il contrario. Accusando l’Esecutivo di mentire, Tuto Rossi ha quindi chiesto una discussione generale sul tema, proposta che il plenum ha però respinto.
«E la collegialità? »
Il sindaco Mario Branda ha risposto anche ai Verdi che accusavano il Municipio di prendersi la responsabilità collegiale per la vicenda ma solo a parole, visto che poi la responsabilità concreta è andata a carico dei singoli, ovvero il capodicastero Christian Paglia (esautorato dalla conduzione del Settore opere pubbliche) e il direttore dello stesso (posto sotto inchiesta amministrativa e disciplinare e successivamente trasferito all’AMB). Ebbene, il sindaco ha ribadito di rifiutare questa interpretazione, spiegando che ogni municipale è tenuto a vigilare sul proprio dicastero, compito che per la mole di lavoro esistente non può essere svolto sull’intera attività dell’amministrazione comunale. Ma in tutta questa storia, avevano chiesto ancora gli ecologisti, il Municipio è stato troppo acritico oppure intellettualmente disonesto, nascondendo i sorpassi a inizio 2020 perché avviato alle elezioni poi annullate? Quesito che il sindaco ha liquidato come ingiurioso. Questa e le altre spiegazioni non sono piaciute a Marco Noi, uno degli autori dell’interpellanza, secondo cui «si eludono completamente le domande dando nuovamente risposte evasive».
«Paglia è domiciliato»
Spazio poi anche ad altre interpellanze, tra cui quella relativa al presunto cambio di residenza non notificato del municipale Christian Paglia, uno dei recenti cavalli di battaglia leghisti: il sindaco si è limitato a rispondere che il municipale risulta domiciliato a Bellinzona. Non soddisfatto della spiegazione Manuel Donati che l’ha ritenuta molto evasiva.