Locarnese

Spazzatura nelle fogne, Comuni chiamati a vigilare

Il Consorzio depurazione acque denuncia un'escalation di abusi: sacchi e plastiche gettate nei tombini e nei WC domestici
Il depuratore delle acque luride a Gordola. © CdT/Chiara Zocchetti
Mauro Giacometti
26.01.2023 18:45

Sacchi della spazzatura nelle fogne del Locarnese. Smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) vietato, oltre che inappropriato, rilevato con sempre più maggiore frequenza nella rete fognaria e che può comportare danni e costi alle stazioni di pompaggio e agli impianti di depurazione delle acque. È quanto segnala il Consorzio depurazione acque del Verbano (CDV) che recentemente ha sollecitato i Comuni che usufruiscono del servizio di raccolta e smaltimento delle acque luride, 22 in tutto, a segnalare e a diffidare i propri concittadini sull’uso improprio delle infrastrutture fognarie. «Abbiamo rilevato un paio di gravi infrazioni – ci conferma il direttore del CDV Matteo Rossi – con sacchi della spazzatura e plastiche ritrovati in alcune stazioni di pompaggio della rete fognaria. Grazie al sistema di monitoraggio e manutenzione di cui disponiamo, fortunatamente, la presenza di questi materiali non ha provocato danni, ma è evidente che utilizzare le infrastrutture fognarie come pattumiere potrebbe creare non pochi problemi e costi supplementari per la collettività», sottolinea il direttore. E il presidente del Consorzio, Carlo Carafa, rincara la dose: «La rete fognaria può essere danneggiata da questo tipo di comportamenti che oserei definire incivili. Senza contare che i costi di gestione supplementari per il Consorzio vengono fatturati ai Comuni e di conseguenza ai singoli cittadini che invece smaltiscono correttamente i loro rifiuti», sottolinea Carafa.

Tutti penalizzati

L’azione di pochi scriteriati potrebbe dunque ricadere su tutti, senza contare il malvezzo, anche in un’ottica di totale disprezzo dell’ambiente, di gettare la spazzatura nello scarico del WC di casa o peggio, racchiusa in un sacco e depositarla in un tombino. «Le condutture trasportano liquidi e qualunque rifiuto solido può creare intoppi, danni alle pompe o ai motori che, attraverso la rete fognaria, permettono alle acque di scarico di raggiungere i depuratori per essere trattate. E se nei 120 chilometri di rete fognaria che controlliamo troviamo sempre più spesso residui solidi, i costi di manutenzione e sostituzioni delle parti danneggiate lievitano, senza contare il disservizio di dover interrompere lo smaltimento in attesa che il sistema sia ripristinato», evidenzia ancora Matteo Rossi.

Il quale non ci rivela, però, dove si siano verificate le ultime due infrazioni riscontrate. «È un problema generalizzato, per questo abbiamo coinvolto tutti i Comuni nella sensibilizzazione della rispettiva cittadinanza. E anche per quanto riguarda i controlli, il primo passo spetta alle amministrazioni locali. Noi, come detto, possiamo intervenire e lo facciamo attraverso il costante monitoraggio delle 55 stazioni di pompaggio delle acque luride gestite dal Consorzio», dichiara il direttore. Mentre il presidente Carafa rileva: «Le condotte delle acque di scarico non sono pattumiere e soprattutto non lo devono diventare. Se non dovessero servire gli appelli ad un comportamento adeguato della popolazione dovremo valutare opportune misure a tutela dei nostri manufatti, segnalando alle competenti autorità i comportamenti potenzialmente sanzionabili».