Spese inattese e che lievitano, la Gestione chiede lumi

Non c’è solo il tanto discusso caso della circonvallazione Agno-Bioggio, progetto essenzialmente dimezzato in due a causa dell’errata stima dei costi dell’opera, a far discutere la politica cantonale. In molti, infatti, si sono chiesti come sia stato possibile, in questo caso particolare, sbagliare in maniera così importante la stima dei costi dell’opera. Ma lo stesso, come vedremo, può valere (con le dovute proporzioni) anche per altri progetti meno «grossi» che il Gran Consiglio sarà chiamato ad affrontare a breve.
Importanti rincari
Recentemente, ad esempio, anche per realizzare il Centro Polivalente di Camorino il Consiglio di Stato ha chiesto un credito supplementare di 2,5 milioni di franchi, che è andato ad aggiungersi agli undici milioni già stanziati. E questo perché, in sintesi, nel frattempo «sono state operate delle modifiche per meglio adattare il progetto alle necessità realizzative e alle recenti norme in materia di igiene del suolo e dell’abitato». Inoltre, il Governo aveva pure dovuto constatare «importanti rincari» per quanto concerne la costruzione della parte principale dell’opera. Proprio ieri, la Commissione della gestione ha dato via libera a tale credito, che giungerà quindi presto sui banchi del Parlamento dove verrà verosimilmente approvato.
Cresce della metà
A questo progetto va ad aggiungersi anche il credito di poco più di 22 milioni di franchi per i lavori di costruzione e ristrutturazione per l’azienda agraria cantonale e il Centro professionale del verde di Mezzana. Anche in questo caso la Gestione ha dato via libera al credito che verrà quindi molto probabilmente approvato dal Gran Consiglio. Nulla da dire nel merito dell’importanza di quest’opera. Anzi.
Anche in questo caso, però, la Gestione ha dovuto prendere nota di un sensibile aumento di spesa rispetto a quanto inizialmente preventivato nel messaggio precedente del 2017. Un aumento, in soldoni, di circa 7 milioni di franchi, pari al 50% del costo «normale» stimato qualche anno fa. Nel rapporto firmato ieri dalla Commissione tale aumento viene definito «difficilmente comprensibile». E, non a caso, la stessa Commissione «invita il Consiglio di Stato a prestare la dovuta attenzione affinché nell’esecuzione delle opere (…) sia esercitata una scrupolosa verifica dei costi e, laddove possibile, gli stessi siano ricondotti (…) a un importo più aderente a quello previsto» nel precedente messaggio governativo del 2017.
Una verifica da fare
A questi due progetti si è di recente aggiunto anche il Palazzo degli studi di Lugano, per il quale il Consiglio di Stato ha licenziato un messaggio con un credito di circa 31 milioni di franchi. Anche in questo caso il dossier è ora in mano alla Commissione gestione e finanze.
E, di nuovo, pure in questo caso rispetto al primo messaggio governativo per la progettazione dove si stimava un costo di circa 23 milioni per realizzare l’opera, si è dovuto registrare un aumento dei costi, ora lievitati a circa 31 milioni.
Carta e penna
Insomma, tre progetti che nel merito convincono sì la politica cantonale, ma anche tre progetti il cui costo nel corso degli anni è lievitato in maniera sensibile. Niente di scandaloso o «torbido», va detto e sottolineato, può certamente capitare, per più motivi, che i costi di un’opera lievitino nel corso del tempo. Ma in un momento delicato per le finanze cantonali come quello attuale la Commissione ha probabilmente voluto assicurarsi che in futuro casi simili non si ripetano.
E per fare ciò, concretamente, la Gestione ha deciso di rivolgersi al Controllo cantonale delle finanze, l’organo amministrativo superiore del Cantone in materia di controllo finanziario, per chiedergli di analizzare la situazione presso la Sezione della logistica, ossia il committente delle opere sopracitate. Con l’obiettivo finale, va da sé, di capire quanto successo e, possibilmente, evitare il ripetersi di situazioni simili.