Comitato cantonale

Speziali apre al nucleare: «Non deve essere un tabù»

Il presidente del PLR lancia una riflessione sul tema energetico: «La scienza progredisce, pensiamoci» - Acceso confronto sull’imposta di circolazione - Gianini (ACS) «Il cittadino ancora non sa come impatterà sul suo portafoglio»
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Martina Salvini
01.09.2022 22:57

«La scienza progredisce e il nucleare non deve più essere un tabù». Con queste parole, il presidente del PLR, Alessandro Speziali, ha voluto tastare il polso del Comitato cantonale riunito a Cresciano. «Dopo la pandemia, ci troviamo di nuovo nel bel mezzo di una crisi, questa volta  energetica», ha esordito Speziali. E se l’orizzonte appare «a tinte fosche», l’invito del presidente liberale radicale è quello di «non farsi prendere dall’isteria, ma di vedere in questa sfida inedita anche una possibilità per agire in maniera concreta» e tornare a «parlare di energia senza ideologia». Come? «Mostrandoci aperti a considerare le diverse forme di energia rinnovabile, senza porci alcun tabù». Ed è qui che si inserisce la riflessione sul nucleare, su cui il dibattito si è recentemente riaperto. Lunedì, lo ricordiamo, ha preso il via la raccolta di firme per ripristinare la possibilità di costruire nuovi impianti atomici, oggi vietati per legge. E su questo punto Speziali ha chiarito: «Il nucleare può rappresentare una risposta a medio e lungo termine. E in un Paese come il nostro, votato alla ricerca, è importante affrontare il tema». Soprattutto perché «il progresso scientifico potrebbe darci una prospettiva nuova, e permetterci di contare su un’energia nucleare ben diversa da quella del passato».

Il tema, ha comunque ammesso il presidente, è musica del futuro: «L’emergenza è adesso e le risposte per gestire la crisi attuale non possono essere ricercate nel nucleare».  Ma le alternative su cui puntare, specialmente in Ticino, non mancano. «Approfittando del nostro sole, dobbiamo puntare sul fotovoltaico, ma anche insistere sulla ricchezza dell’oro blu». In generale, però, secondo Speziali per promuovere davvero le energie rinnovabili occorre «semplificare i regolamenti, costruendo un sistema che funzioni». Insomma, «occorre concretezza e profilarsi». Un approccio che parrebbe premiare i liberali radicali. «I sondaggi federali indicano una progressione dell’1%. Segno che la strada intrapresa è quella corretta».

Cifre a confronto

La serata è stata però anche l’occasione per un confronto piuttosto acceso su un tema scottante: l’imposta di circolazione. Simone Gianini, presidente di ACS sezione Ticino (Automobile Club Svizzero), pur salutando positivamente la riduzione del prelievo complessivo, si è detto «disorientato» e «preoccupato»: «A meno di due mesi dal voto non disponiamo di informazioni sicure per capire quale sarà l’effetto delle due proposte sul portafoglio del singolo cittadino». Non solo. «Si rischia anche di avere qualche sorpresa». Dalle prime proiezioni elaborate dall’UPSA sul parco veicoli di più recente immatricolazione (2021-22) - ha detto Gianini - «è emerso che una parte consistente dei veicoli vedrebbe aumentare l’imposta. L’iniziativa targata PPD avrebbe come effetto una diminuzione dell’imposta per il 54% dei veicoli, ma per il 41% l’importo aumenterebbe. Con il controprogetto di PS e Verdi, invece, il 37% conoscerebbe una diminuzione e il 55% un incremento». Cifre a cui ha replicato il capogruppo di Centro/PPD Maurizio Agustoni, secondo il quale invece l’iniziativa «permetterebbe un risparmio per oltre il 90% degli automobilisti» e avrebbe il merito di risolvere alcune storture: «Le auto della classe media oggi vengono tassate in modo sproporzionatamente alto». Da parte sua, il capogruppo socialista Ivo Durisch ha difeso la bontà del controprogetto, definendolo una «proposta più equa, che fa pagare meno alle auto piccole e di più a quelle di lusso». Infine, il deputato liberale radicale Bixio Caprara ha ripercorso le accese discussioni in sede commissionale prima, e in Parlamento poi: «Entrambe le proposte mi lasciano perplesso. È una storia iniziata male e finita peggio, nonostante l’intenzione fosse comune e mirasse ad abbassare l’imposta di circolazione per i cittadini».

Votazioni, due sì e un no

Spazio anche per un dibattito sulla riforma AVS 21 con il confronto tra la capogruppo PLR Alessandra Gianella e la co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin. Il Parlamentino si è infine espresso sui tre temi in votazione il 25 settembre: sì all’AVS 21, no all’allevamento intensivo e sì alla riforma dell’imposta preventiva.